Il nuovo regime

 

questo Post è dedicato a tutti quelli che, un anno fa, definivano il lavoro di Recce’d con termini quali “contrarian”, “pessimista”, “disfattista”: a tutti questi, auguriamo buona lettura

A differenza di ogni altro Post in questo Blog, questa volta abbiamo deciso di andare a ruota libera.

Mettiamo insieme, del tutto a casaccio, un po’ di osservazioni, informazioni e qualche dato.

Aggiungendo commenti sparsi. Senza seguire un metodo, un filo logico, e senza un obbiettivo preciso.

Esattamente ciò che fa il vostro quotidiano ogni giorno. Oppure il TG economia oppure CNBC. Ed anche, ogni mattina, il vostro private banker, il vostro wealth manager, il vostro robo-advisor, il vostro promotore finanziario.

Eventi tragici e luttuosi questa estate hanno riportato l’attenzione sui cambiamenti climatici: in particolare, il crollo a valle dei ghiacciai.

Un evento che ha una lunghissima fase di preparazione (anni) ma poi accade tutto in un istante.

Ciò che Recce’d percepisce, intuisce, sente, in questo luglio 2022, è il crepitio del ghiaccio che si spezza.

Parliamo, ovviamente, dei mercati finanziari.

Ancora oggi, nel luglio 2022, la grandissima maggior parte degli investitori NON accetta, NON vuole vedere: eppure, è del tutto evidente che la Storia, quella con la “S” maiuscola, si sta svolgendo davanti ai nostri occhi.

Sono moltissimi, quelli che ancora oggi vogliono fortissimamente credere al “rallentamento congiunturale”: sono i medesimi che due anni fa, fortissimamente, vollero credere alla “inflazione transitoria”. E a loro, questo atteggiamento (dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia) ha prodotto dei bei danni.

Cose come quelle che vedete nel grafico qui sopra segnano un’epoca. Una Nuova Epoca si è già avviata: vi sentite pronti ad affrontarla?

E i mercati finanziari, loro saranno pronti?

Recce’d ritiene di NO: che i mercati finanziari non siano pronti.

Sui mercati finanziari, fino ad oggi, si è scelto di NON vedere. Pochi, come ad esempio Martin Wolf oggi sul Financial Times, hanno preso una posizione diversa, ed hanno parlato del “nuovo regime”.

Martin Wolf fa riferimento all’inflazione: ma il Nuovo regime investe, in pari misura, l’inflazione e la recessione, i tassi di interesse ed i tassi di cambio, i Governi e le Banche Centrali.

Il grande pubblico, e la grande massa degli investitori, per ora, non accetta che si sia passati ad un Nuovo Regime: e lo vedete tutti, anche dai prezzi sui mercati finanziari.

Pochi, pochissimi ad oggi hanno realizzato ed hanno metabolizzato il fatto che i prezzi degli asset visti nel decennio 2012-2021 oggi non hanno più alcun significato. Siamo in un nuovo regime. Le regole, le regole fondamentali di funzionamento dei mercati, sono già cambiate. Pensare oggi che (ad esempio) a fine anno l’indice S&P 500 sarà a 3800 punti “perché a gennaio fa valeva 4800 punti” è completamente privo di senso.

In Occidente, oggi, il pubblico ha paura in modo particolare della “recessione” (immagine sopra). E tutti pensano alla “recessione” vista negli anni passati della loro vita.

Recce’d ritiene che la massa degli investitori, oggi, farebbe bene ad avere altre paure.

Non c’è proprio nulla da ridere: l’assalto al Palazzo della Banca Centrale, in Sri-Lanka, non è un evento da “paese sottosviluppato”.

E la “rivolta del popolo” che ha occupato il Palazzo Presidenziale dello Sri-Lanka ricorda, anche nelle immagini (sotto) l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2020, che ancora oggi vede imputato Donald Trump. Un Presidente degli Stati Uniti d’America imputato di “insurrezione”.

Come dice sotto l’economista Jeffrey Sachs, questo episodio in Sri-Lanka non resterà isolato: e noi diciamo che già oggi non è un episodio isolato.

In Occidente, l’ambiente intorno alle Banche Centrali si è fatto difficile, e diventerà anche più difficile proprio nelle ultime settimane di luglio.

I banchieri centrali, come noi di Recce’d spiegammo due anni fa, si sono messi da soli in una trappola, ed oggi non hanno leve sulle quali agire. Ogni loro mossa è imposta da ciò che accade all’esterno, nella realtà. Subiscono, e poi reagiscono, seguono e non danno la direzione.

Il loro imbarazzo è evidente, ogni giorno di più: ieri il Governatore George, della Federal Reserve, ha dichiarato che “E’ notevole il fatto che si parli già di recessione dopo solo quattro mesi di rialzi dei tassi”. Lo leggete sotto nell’immagine.

Al che nell’immagine si risponde “Certo, è notevole la misura in cui l’intera economia degli Stati Uniti è diventata dipendente dalla finanza dopo 13 anni di una politica monetaria idiota”.

E noi di Recce’d non potremmo essere più in accordo.

L’imbarazzo dei banchieri centrali si riflette nell’imbarazzo degli intermediari tradizionali (banche di investimento e Reti che vendono i Fondi Comuni di Investimento e le UCITS): ad esempio, uno dei più qualificati Istituti del settore (a nostro giudizio), ovvero Banca Pictet, ieri scriveva ai Clienti di avere “rivisto al ribasso il target per il cambio del dollaro USA contro euro”. Ieri questo cambio ha toccato la parità, mentre il loro target precedente era … 1,15.

Era meglio stare zitti, e non dire nulla.

Tutto questo imbarazzo si riflette però nei soldi dei Clienti investitori: la terza colonna della tabella che segue ci ricorda (per i diversi paesi citati dalla tabella) quale è stato il massimo ribasso del “portafoglio tradizionale bilanciato azioni/obbligazioni” su un arco di venti anni (l’arco di tempo varia, ed è indicato nella seconda colonna).

Quanto tempo ci vorrà, prima che la massa degli investitori comprenda che deve confrontarsi con questo tipo di regime?

La responsabilità della situazione attuale cade ovviamente in capo a chi ha effettuato le scelte di politica monetaria (le Banche Centrali) e fiscale (i Governi).

Questo non significa che la massa degli investitori non abbia responsabilità. Ne ha: ha grandi responsabilità.

Spieghiamo: come leggete qui sotto nell’immagine, gira voce che il Presidente Biden non abbia più fiducia nelle previsioni della Federal Reserve, visti i tanti errori commessi.

Nell’immagine ci si domanda: ma a questo punto, DI CHI si fiderà la casa Bianca?

E voi, lettori ed investitori: di chi, vi fidate? A quali previsioni ed indicazioni e raccomandazioni affidate i vostri risparmi? Quali competenze avete cercato e selezionato? Siete stati attenti? Siete stati critici? Oppure avete cercato la strada più facile? Il sorriso più accattivante? La voce più rassicurante? Uno spot TV con Buddha? L’iscrizione al torneo di golf? Vi sentite rassicurati dalla iscrizione ad un Albo per i promotori finanziari?

Davvero siete stati così superficiali, grossolani nel fare le vostre valutazioni?

E vi stupite se oggi perdete i vostri soldi?

Non fate gli ingenui, e datevi da fare: da oggi.

Chiudiamo parlando di Italia. Abbiamo ascoltato, sabato sera 9 luglio, al Post del TG2, un dibattito tra presunti esperti a proposito dell’Italia. C’è stato chi è arrivato a sostenere che in Europa “l’Italia sta meglio di altri Paesi”.

L’intero programma è stato una collezione di parole dette in assoluta libertà e con grande leggerezza: parole del tutto scollegate dalla realtà, ma che al tempo stesso preoccupano perché riflettono almeno una parte dell’opinione pubblica.

Fino a che una così ampia non-consapevolezza, un così diffuso rifiuto della realtà, prevale nel pubblico, questo paese non uscirà mai dalla trappola nella quale si è cacciato da solo e per scelta (più o meno consapevole, a seconda).

Ed accade così che in Italia nel luglio 2022 si parla di crisi di Governo, ma nessuno parla di TARGET 2.

Nel grafico qui sotto, vedete l’attivo della Banca Centrale di Germania verso le banche non tedesche in Eurozona: si tratta di 1200 miliardi di Euro, che poi è una cifra molto vicina al PIL annuale dell’Italia.

Il Paese che più di ogni altro beneficia di questo credito dalla Germania è appunto l’Italia. Questo, al TG2, nessuno lo ha preso in considerazione: probabilmente, non è rilevante.

Appunto: non ne usciremo mai.