Un portafoglio "evoluto" per una consulenza "evoluta"
Oggi Recce’d pubblica quattro nuovi Post. Siamo preparando un nuovo Longform’d dedicato al tema dei tassi di interesse, dei rendimenti delle obbligazioni, e della Federal Reserve: verrà pubblicato … quando sarà stato completato. Non sentiamo l’urgenza di scriverne oggi (anche se si tratta del tema intorno al quale ruotano, e ruoteranno tutti i mercati finanziari di tutto il Mondo per tutto l’anno (ed oltre) per ila ragione che ne scrivemmo già quattrodici giorni fa, e che ne abbiamo scritto anticipando i fatti di queste settimane fino dallo scorso mese di agosto 2020.. Per questo siamo tranquilli: i nostri lettori hanno già oggi le idee chiarissime su ciò che sta per accedere. Ai nostri Clienti, durante questo weekend, abbiamo spedito una nuova Lettera, all’interno della quale (insieme con la analisi delle performances ottenute) spieghiamo anche le cause autentiche delle tensioni senza precedenti nel mondo delle obbligazioni nel primo trimestre 2021.
L’ultimo trick, l’ultimo trucco, del marketing delle Reti italiane di promotori finanziari è la scelta del termine “evoluto”.
L’etichetta di “evoluto” viene sempre più spesso appiccicata alla “consulenza a parcella”, che per queste Reti significa un rapporto commerciale regolato da una parcella calcolata sulla percentuale degli asset investiti, piuttosto che sulle retrocessioni che i Fondi Comuni garantiscono a quel venditore (promotore finanziario o private banker o weaalth manager) che le piazza ai propri Clienti.
E quindi: il Cliente paga un fisso (diciamo il 2%, a volte il 3%) ma poi si vedere restituire dalla Rete dei promotori finanziari le retrocessioni ricevute dai Fondi Comuni.
Nel senso che la Rete le retrocessioni le prende comunque. Poi dopo un po’ le ritorna al Cliente,. Forse, e forse tutte. Il Cliente non ha gli strumenti per verificare.
Nel frattempo (è ovvio, e lo sanno tutti) la Fideuram, FINECO, Mediolanum e Allianz di turno si è già da anni accordata con la Casa dei Fondi Comuni per ricevere solo una parte delle retrocessioni nella forma tradizionale. Da anni esistono poi le cosiddette “soft commission”: la Rete dei promotori riceve soldi in altre forme, nel senso che è la Società dei Fondi Comuni a pagare direttamente una parte dei costi della Rete di promotori oppure private bankers.
Il Cliente non lo sa, e quindi quei soldi non li vede più: ma li hanno presi dai suoi soldi, dalla sua quota del Fondo.
Ma il punto che Recce’d vuole illustrare, a proposito della consulenza “evoluta” è un altro: il punto sta nel fatto che il Cliente riceve esattamente lo stesso servizio, e alla fine paga più o meno al medesima cifra.
Il punto, a giudizio di Recce’d, sta proprio nel servizio. La solita, vecchissima ed inefficace ed inefficiente, asset allocation strategica, con i ribilanciamenti periodici, fatta di Fondi Comuni. Il solito insieme di cose da rigattiere, da mercatino di piazza dell’usato. la solita roba vecchia che non funziona più. Quella che tentano di propinarvi anche attraverso gli spot televisivi.
Quella che i più ambiziosi chiamano wealth advisory. Quella che i più incapaci affidano al robot (quando la può fare benissimo un ragazzino della terza media). Quella che per ingannarvi vi dicono che è affidata “ad un algoritmo”, ma è sempre esattamente la medesima cosa da trenta, quaranta, cinquanta anni.
Abbiamo usato la parola inganno, e con intenzione: vogliamo svelarvi, con l’aiuto di alcuni dati, dove sta l’inganno della “asset allocation strategica con diversificazione geografica e ribilanciamenti periodici”
Quello che vedete rappresentato nel grafico qui sopra è, almeno per il 95% di voi, il vostro portafoglio e la vostra performance.
Tutti voi avete la medesima cosa, il medesimo portafoglio: la metà, più o meno, di obbligazioni che non rendono nulla, poi le azioni, magari un 10% di “stranezze assortite” delle quali voi stessi non avete capito assolutamente nulla.
Il Cliente che investe con la stragrande maggioranza di tutti i Clienti delle Reti di promozione finanziaria, che possono chiamarsi FINECO, Fideuram, oppure Mediolanum oppure Banca Generali, oppure Azimut (il prodotto venduto è esattamente lo stesso in tutti questi casi) si ritrova ad avere in portafoglio un mix di cosse poco trasparenti, e molto costose.
Dove sta l’inganno? Sta nel fatto che, banalmente e semplicemente, hanno gettato il bussolotto e poi vi hanno lasciati lì, esposti ai venti dei mercati.
Se i mercati salgono, loro guadagnano e voi guadagnate. Se i mercati scendono, loro guadagnano come prima, ma voi perdete.
Lo capite, o non ancora? Loro NON FANNO NULLA. Se voi guadagnate, è perché “i mercati sono saliti”. Punto.
Il grafico che avete visto più in alto ve lo racconta.
Voi ed il vostro portafoglio, oggi, avete accumulato un guadagno in tre anni di alcuni punti percentuali. Diciamo 10 punti percentuali (ad essere generosi). Il problema quale è? Il problema sta qui: che con i dati vi viene detto che questo portafoglio ha una “possibilità di perdita” pari al 30%. E’ scritto nei dati e lo vedete nel grafico.
Abbiamo commentato il medesimo grafico nella nostra Lettera al Cliente di oggi.
Voi non ve ne rendete conto, e nessuno ve lo spiega: ma se vi fermaste un secondo a riflettere vi rendereste conto che avete deciso di investire su una cosa che quando tutto tutto tutto va bene vi fa guadagnare in tre anni e mezzo il 10%, ma che vi espone a una perdita del 30%.
Fermatevi un attimo e riflettete: soltanto un pazzo potrebbe investire in una proposta del genere.
Guardate il grafico che trovate più in basso: 12 mesi fa, eravate SOTTO i vostri valori del 2016: cinque anni fa..
Fermatevi a riflettere: è proprio questo, che volete fare dei vostri risparmi?
Non sarebbe ora di cercare una soluzione diversa?
Chiudiamo rivolgendoci ancora una volta ai promotori finanziari, ai private bankers, ai welath managers: amici, lo sapete perfettamente che tutti i vostri Clienti oggi sono esposti ad un rischio di ribasso MAGGIORE di quello visto nel 2020. Voi al Cliente non lo dite, per paura di perderlo. ma lo perderete comunque, quando arriverà quell’onda alta che non è questione di SE ma di QUANDO.
Al piccolo soldato, mancava solo più questa: essere mandato all’attacco come paracadutista, ma senza il paracadute. Prima di precipitare nel vuoto, dopo essere stati spinti alle spalle dai dirigenti che vi chiamano “piccolo chimico”, mettetevi in contatto con noi.
Lavorando con Recce’d, non c’è bisogno del paracadute: noi non buttiamo il cliente dal quanto piano.