Quelle crepe nel muro

 

La pandemia è stata sfruttata, con grande abilità, dai Governi in carica e dalle altre Autorità politiche, incluse le Banche Centrali, per lasciarsi tutto alle spalle.

Si è trattato di una imperdibile occasione per tirare una riga su tutto: la situazione è stata azzerata, e si è ripartiti da zero. Per loro fortuna, la pandemia è arrivata proprio nel momento nel quale stavano diffondendosi, con crescente rapidità, i dubbi sull’efficacia delle loro scelte.

Esattamente per questa ragione, la scelta è stata: GO BIG: che vuole dire, mettiamo in atto un insieme di misure e di interventi come mai prima nella storia economica del Mondo, regaliamo denaro a tutti e tutto, e stimoliamo l’ottimismo, con la attiva collaborazione di quotidiani, TV, e soprattutto di tutte le banche e di tutte le Reti di promotori.

Come zelanti muratori, i private bankers, i wealth managers, i personal bankers, i promotori finanziari in generale si sono prestati come manovalanza per la costruzione di un altissimo muro.

Il muro serve ad impedire al pubblico dei risparmiatori di vedere la realtà. Deve mantenere il pubblico dei risparmiatori nell’illusione, deve sostenere la convinzione che tutte le misure “di stimolo” varate nel 2020 e nel 2021 erano, effettivamente, misure nel loro interesse, nell’interesse del pubblico, finalizzate a “stimolare la crescita delle economie.

Come leggete qui sopra, il Fondo Monetario Internazionale in effetti dice che c’è la crescita.

Le Banche Centrali dicono che c’è la crescita.

I Governi, anche loro dicono che c’è la crescita.

Le banche di investimento? Anche loro, dicono che c’è la crescita.

E il private banker? Che cosa volete che dica?

Ed il vostro wealth manager, che cosa potrebbe mai dire?

Naturalmente, anche il robot con l’algoritmo dice che c’è la crescita.

Tutti d’accordo, e tutto a posto, quindi.

Con una sola eccezione. Fanno eccezione i dati. I dati NON dicono che c’è la crescita.

Qui sopra e poi qui sotto vedete quale drammatico cambiamento è intervenuto, in particolare nei mesi estivi appena conclusi, per le previsioni della crescita nelle due maggiori economie Occidentali.

Della Cina, abbiamo scritto ampiamente anche nel Blog, in una serie di Post precedenti, e molto è stato scritto anche sui quotidiani.

Poi giovedì 28 ottobre abbiamo visto il dato per il PIL degli Stati Uniti tra luglio e settembre, che è cresciuto del 2%. Ma questo è il dato annualizzato, mentre in valore assoluto è cresciuto dello 0,4%.

Un dato buono? Cattivo? Dipende.

In tempi normali, sarebbe un dato che si potrebbe definire discreto. Ma dopo soli sei mesi, 180 giorni, dal varo della più grande “manovra di stimolo” nella storia degli Stati Uniti … beh, qualche domanda è obbligatorio farsela.

E se il vostro private banker, il vostro wealth manager, il vostro promotore finanziaria non ve ne ha ancora parlato, i casi sono due: o è molto, molto in ritardo, oppure è poco, ma poco, competente.

Il punto dove sta? Sta tutto in questo: le previsioni che oggi vengono fate dalle Autorità e dalle Banche centrali (e quindi, poi, dalle varie Goldman Sachs) sono credibili tanto quanto erano credibili, 6 mesi fa, ovvero 180 giorni fa, le “previsioni ufficiali” per l’inflazione? Tipo quelle di Goldman Sachs che leggete nell’immagine qui sotto (attenzione alle date)?

Ci permettiamo di suggerire ai nostri lettori di riflettere: sei mesi fa, avrebbero fatto bene ad ascoltare ciò che diceva Recce’d, a proposito dell’inflazione. E a non dare importanza, invece alle previsioni della BCE e di Goldman Sachs: quelle che ogni volta vi racconta il wealth manager, il promotore finanziario e persino il robot.

Oggi, noi crediamo, fareste bene a stare a sentire ciò che Recce’d ha da dirvi sulla crescita delle economie.

E quindi, sulla crescita, oppure de-crescita, del valore del vostro portafoglio in titoli.

Contattarci attraverso il sito è molto semplice, e noi restiamo a vostra disposizione. E’ nel vostro interesse.

Mercati oggiValter Buffo