Disruption 2019: perché tutto questo non può durare
Gli investitori più emotivi, oppure con minore resistenza nervosa, soffrono le fasi di prolungata calma sui mercati finanziari. Nel mese di luglio 2019, ovvero poche settimane fa, quanti di voi erano nervosi, inquieti, intrattabili e soprattutto impazienti di “fare qualcosa sul portafoglio”?
Molti, tra questi investitori, si domandano: e se andasse avanti così per sempre? E se questa situazione di apparente immobilità si prolungasse per anni?
Recce’d risponde con chiarezza: non è possibile. La Federal Reserve e la BCE e la Banca del Giappone puntando esattamente a questo obbiettivo, che è congelare tutto e bloccare tutto, e tenere tutto così come è oggi, allo scopo di comperare altro tempo.
Ma non ci riusciranno (e sarà un costosissimo fallimento).
Non ci riusciranno per una lunga serie di ragioni, che Recce’d commenterà per i nostri Clienti durante il mese di agosto.
Non ci riusciranno, per più ragioni, una delle quali è quella che vedete nel grafico in alto: che vi testimonia che le banche in Europa sono vicine ad un punto di rottura, verso il quale vengono spinte anche dalle più recenti dichiarazioni di Draghi.
Negli Stati Uniti, la situazione non è molto diversa, e ve lo documentiamo con il grafico che segue.
Dati come questi ci dicono che è già in corso una vera e propria rivoluzione del sistema bancario, che abbiamo commentato anche di recente per una settimana su SoldiOnline.it.
Ma per le Banche Centrali e le loro politiche cosiddette non-convenzionali il settore bancario è stato il supporto cruciale negli ultimi 10 anni: da una parte, le Banche Centrali hanno regalato soldi alle banche, e dall’altra le banche commerciali private hanno regalato soldi investendo in obbligazioni con un rendimento a scadenza NEGATIVO, di fatto avviandosi al suicidio collettivo. E tutto questo a che scopo? Tenere in piedi la finzione, e tirare la cosa ancora per le lunghe (risolvendo nulla).
Non potrà durare ancora per molto. Perché? Perché le banche avranno difficoltà a fare i bilanci. Già nel 2019. E nei prezzi di Borsa, oggi, qualche cosa già si vede.