Non prendeteli sul serio: anche i prezzi sui mercati finanziari
Un utile ed interessante articolo del Financial Times della settimana scorsa ha tradotto i parole chiare un concetto che Recce’d ha illustrato, ai Clienti ed ai lettori, ormai da anni. E che, soprattutto, ha tradotto in pratica, producendo risultati concreti per i propri Clienti dal 2007 ad oggi.
L’articolo del Financial Times era accompagnato dal grafico qui sopra: grafico che documenta che il numero di “shock improvvisi” sulla Borsa di New York (e quindi di tutto il Mondo) oggi è ai massimi livelli di sempre.
Recce’d ha spiegato e documentato un fatto: che è necessario, inevitabile ed indispensabile adottare strategie di investimento nuove ed adatte ai tempi ed ai mercati.
Recce’d ha spiegato e documentato che la tradizionale strategia di asset allocation (un poco di azioni, un poco di obbligazioni, un poco di tutto, e muovere il meno possibile) è oggi una strategia perdente. Ed anzi, suicida.
Il mercato, oggi, richiede a chi vuole proteggere il patrimonio e generare rendimenti positivi e regolari di adottare strategie nuove e metodi di valutazione innovativi. E’ necessaria cambiare.
Ed è necessario cambiare PRIMA. Il grafico ci dice che gli “shock improvvisi” sono sempre più frequenti, e lo saranno sempre di più, e proprio a causa del fatto che la politica delle Autorità punta a “tenere tutti fermi”. Proprio per questa ragione, quando scappano, scappano tutti allo stesso momento.
Le nostre operazioni di portafoglio di lunedì scorso, 25 febbraio, sono una chiara espressione, e concreta, di questa impostazione strategica.
Non sono soltanto operazioni di breve termine, fatte per “pizzicare” qualcosa. Esprimono una visione dei mercati e delle valutazioni che è quella che dominerà nel prossimo decennio.
Il titolo del Financial Times dice che i mercati devono adattarsi e cambiare. Ma siete voi investitori, prima di tutto, che dovrete cambiare. rapidamente.
Ricordate dei “record assoluti” di Wall Street di settembre, e poi dei 2350 punti del 24 dicembre 2018. E chiedetevi come si spiega.
E magari, chiedetelo anche al vostro personal, o private, o family, banker.