Mosse disperate: la Federal Reserve

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Parleremo ancora della crisi dei repos sul mercato interbancario USA, e delle mosse fatte dalla Federal Reserve, perché la situazione è in piena evoluzione. Con maggiore dettaglio, ci lavoreremo poi per i nostri Clienti in The Morning Brief.

Vediamo di mettere in evidenza, qui, le cose più urgenti.

Ci sono due informazioni, per voi lettori, nell’immagine qui sopra:

  1. Il massimo consigliere economico del Presidente Trump, Larry Kudlow, è tornato a chiedere alla Federal Reserve di agire in modo più aggressivo: e questo accade dopo che la Federal Reserve ha già tagliato i tassi di interesse ufficiali due volte, e dopo che la Fed ha anche avviato la (ormai notissima) operazione di finanziamento del mercato dei repos, ovvero di immissione di nuova liquidità sul mercato interbancario

  2. il grafico invece racconta che anche questa settimana, ovvero dopo che la Fed ha annunciato di avere avviato operazioni di immissione PERMANENTE (nell’immagine di chiusura del Post, la parte bassa) e non transitoria, di liquidità, le banche hanno richiesto la medesima quantità di liquidità TRANSITORIA che chiedevano a settembre, quando i tassi sui pronti-contro-termine toccarono il 10%

Vi sembrano argomenti complicati? Non lo sono. Vi sembrano argomenti lontani da voi e da noi? non lo sono, assolutamente.

I fatti che vi documentiamo qui sopra ci toccano, come investitori ed anche come semplici operatori dell’economia, in modo diretto e significativo.

La crisi di settembre, che è stata una crisi di liquidità seria e profonda, NON è stata risolta dagli interventi della Banca Centrale USA. Le banche americane chiedono ancora, a tutto oggi, un supporto extra, un intervento eccezionale e quotidiano, alla Banca Centrale USA. Le banche, il sistema delle banche, negli Stati Uniti, è sotto stress. C’è una crisi, e non va via.

C’è una crisi nella liquidità tra banche. Dopo tutti gli interventi che abbiamo citato, e dopo due tagli ai tassi ufficiali di interesse. Il consigliere del Presidente Trump va in pubblico a dire che non basta.

Tutti questi dati di fatto impongono a tutti noi investitori di farci almeno due domande:

  1. dove sta la crisi? dove è localizzata? in quale comparto del mercato?

  2. se la crisi non rientra, neppure dopo tutti gli interventi che abbiamo citato (nell’immagine di chiusura del Post, il primo dei due grafici), ciò significa che la Federal Reserve di fatto ha perso il controllo del mercato?

Noi daremo, nei prossimi giorni, adeguate risposte a queste domande ai nostri Clienti, in The Morning Brief, ripartendo proprio dalle posizioni che noi abbiamo fatto nei portafogli modello molti mesi fa.

Una conclusione però la vogliamo anticipare qui: quelle che vedete qui sono mosse disperate, la Federal Reserve sta inseguendo una situazione che continua a sfuggirle, e il segnale che arriva a noi investitori è che è necessario orientare i propri investimenti in un modo diversa da quello che ci viene indicato dalle stesse Banche Centrali.

In chiusura di Post, ci sembra utilissimo anche fare un riferimento all’attualità: martedì scorso, 15 ottobre, c’è stato un rialzo degli indici di Borsa che ha riportato l’indice S&P 500 in “zona 3000”, e questo ha ovviamente catturato l’attenzione dei mezzi di informazione e di qualche commentatore.

I meno attenti hanno collegato quel movimento al rialzo con i risultati trimestrali delle banche USA: ed in effetti, il 15 ottobre, c’è stato … un sospiro di sollievo che ha fatto recuperare (ad esempio) il 3% a JP Morgan. Una banca che è pesantemente coinvolta nella crisi dei tassi interbancari. Il respiro di sollievo è spiegato dal fatto che non c’è stata la (temutissima) notizia negativa.

Molti hanno letto, in questo episodio del 15 ottobre, quello che non c’è, non ci poteva essere e non c’è mai stato.

Il 15 ottobre stati chiusi alcuni SHORT sui titoli bancari USA, che erano stati aperti in settembre proprio in conseguenza della crisi dei repos. Sarebbe ingenuo, per non dire “da polli”, lasciarsi ingannare da quel movimento, lasciarsi coinvolgere emotivamente, e cadere nella trappola.

Non c’è stata alcuna “svolta” martedì 15 ottobre, come poi i fatti hanno fatto vedere a tutti.

I fatti, che sono la sola cosa che conta, restano quelli che erano prima del 15 ottobre. Se vi occupate dei vostri investimenti, sarà utile fare attenzione alle cose reali, e non perdersi dietro a cose senza importanza.

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Valter Buffo