Previsioni meteo: catastrofe in arrivo?
Non ci appassiona molto il dibattito sui “catastrofisti”: anzi, per dirla tutta non ci appassiona per nulla.
Non ci sentiamo coinvolti: il nostro mestiere è quello di analizzare giorno dopo giorno, i fatti, le notizie e anche le false notizie o fake news, per costruire giorno dopo giorno i risultati dei nostri Clienti.
In queste settimane, però, ci capita di legge un numero crescente di previsioni catastrofiche sul futuro, anche prossimo, dei mercati finanziari, ed è per questo che oggi (con uno sforzo e con poco entusiamo) ritorniamo sul tema.
Abbiamo già chiarito in passato, e lo ripetiamo oggi, che non ci riguarda la distinzione fra
catastrofisti, ovvero quelli che vanno alla ricerca della frase ad effetto, e del clamore; e
ottimisti a pagamento, quei personaggi che, per conto delle Reti di promotori finanziari e delle grandi banche di investimento puntano soltanto a “tranquillizzare gli investitori” nel senso che puntano a tenerli per sempre investititi come sono oggi, ovvero sui lucrosi Fondi Comuni di investimento.
I primi puntano soltanto ad attirate l’attenzione, i secondo puntano soltanto a prendere dalle tasche degli investitori le commissioni dei Fondi Comuni di Investimento
Tra catastrofisti e ottimisti a pagamento, Recce’d ha scelto la terza strada: né catastrofisti, né ottimisti, semplicemente realisti.
La nostra posizione è chiara: i risultati degli investimenti e dei portafogli sono sempre stati, e sempre saranno, determinati dalla realtà dei fatti. La nostra strategia di investimento, che abbiamo tradotto nei portafogli modello, non punta sulla catastrofe e non ha alcun bisogno di una catastrofe per centrare i propri target. Il nostro lavoro si concentra invece su un ri-avvicinamento della realtà delle economie con i numeri, a volte davvero astrusi, che si vedono sui mercati finanziari.
E come potete leggere qui sotto, la nostra visione strategica si sta diffondendo anche presso il pubblico: nell’ultima settimana, persino attraverso il New York Times!
Ritorniamo al tema del Post, per chiudere. Ci sembra un grave errore giocare con le catastrofi, ma è forse un errore anche più grave preoccuparsi di una catastrofe soltanto dopo che è avvenuta. Fingere di non vedere, fingere di non sapere, come certe pubblicità martellanti che ogni giorno ci parlano di Supereroi e di scudi.
Proprio come se i loro Clienti fossero dei bambini, a cui raccontare che “no, non viene l’Uomo Nero”.
La medesima cosa accade spesso, purtroppo, in Italia: quando c’è un evento tragico (un terremoto, ad esempio, un’alluvione) e si accelera sulle misure di prevenzione. Purtroppo, soltanto per un breve periodo, i primi tre o sei mesi. E purtroppo, quando ormai non serve più a chi ha già sofferto gravi perdite.