Il punto di svolta? Per le vostre performances

La tabella di Morningstar che già conoscete ci conferma qualcosa che noi già sapevamo.

A metà ottobre, i risultati dei portafogli di Recce’d sono migliori della media mercato, nel 2018: come quasi sempre è stato, dal 2007 ad oggi, con due sole eccezioni. I conti definitivi, naturalmente, si potranno fare poi a fine 2018.

Però già oggi, qualche riflessione si può fare, visto che il 2018 sicuramente NON è stato un anno di crisi.

Nei numeri della tabella in basso (prima colonna: risultati 2018; quarta colonna: rendimenti a tre anni) c’è la concreta dimostrazione di quanto noi abbiamo scritto più volte: il vecchio modello di costruzione del portafoglio, la asset allocation del Private Banking, è un modello perdente, superato dai tempi (se mai in passato fu efficace); mischiare un po’ di azioni ed un po’ obbligazioni, e diversificare chiudendo gli occhi, un po’ di qua un po di là, come fanno le Reti di vendita, è un modo di PERDERE denaro, non solo nel 2018 ma per tutto il prossimo decennio.

L’anno che per voi conta davvero non è il 2018: chiedetevi che cosa succederà nel 2019, invece.

Per dominare il rapido cambiamento di scenario, che tutti ormai stanno riscontrando, servono tecniche, strumenti ed analisi innovativi. Serve togliersi di dosso le ragnatele e guardare ai propri investimenti in modo diverso.

Recce’d nno fa miracoli, non li può fare né li promette. Ma può stare fuori dal gregge, e ci starà sempre anche in futuro. Conviene, a noi ed ai nostri Clienti.

A differenza del 2017, non ci sarà ogni anno un “regalo di Natale”, ovvero un Donald Trump che regala denaro alle Società quotate in Borsa. Non ci sarà per sempre un Draghi che si esercita con il bazooka (che poi spara … coriandoli). Anni come il 2017 sono, banalmente, eccezioni, eventi imprevedibili e non ripetibili.

Babbo Natale non esiste, smettetela di sognare ad occhi aperti. Oggi e qui, dovete cavarvela con i vostri mezzi, e non affidarvi alla Provvidenza. Quindi, buon lavoro.

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Mercati oggiValter Buffo