Il (solito) problema con l'analisi tecnica

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L'analisi tecnica ha da sempre un solo, grande problema: quando ti servirebbe, non c'è mai.

L'analisi tecnica è un bellissimo giocattolo, che consente a molti di sognare che l'attività di investimento possa essere una cosa semplice ed intuitiva, facile come disegnare righe colorate su un foglio di carta, come fanno i bambini all'asilo.

La realtà, purtroppo, è infinitamente più complessa (ma anche più ricca, per fortuna).

L'analisi tecnica è uno strumento per certificare l'ovvio: "se sta salendo, vuole dire che salirà ancora, perchè ci sono più compratori che venditori".

Anche gli analisti tecnici hanno i loro momento di gloria, come in questi primi mesi del 2017: "l'indice non è mai sceso sotto la media a 50, e quindi può solo salire".

Purtroppo però non va sempre così. E qui, ovvero proprio nel momento in cui qualcosa cambia, l'analisi tecnica risulta del tutto impotente.

Non hanno la più pallida idea del perché le cose adesso non vanno più come prima. Ti spiegano solo, come fa il grafico sopra, che si è "interrotto lo uptrend, e adesso c'è un downtrend".

E quindi?

Noi crediamo invece che l'investitore, invece di guardare le righe che salgono, farebbe bene a concentrarsi sui fatti: come vedete sotto, tra il 1 marzo e giovedì scorso l'indice della Borsa di New York, proprio la Borsa dei "nuovi record", aveva fatto solo 20 punti di rialzo. Nulla: non si è mosso. Questo, che è un fatto e non un opinione, dovrebbe aiutare molti investitori a riflettere, sia su ciò che leggono, sia sui commenti che ascoltano da chi dà loro consigli sugli investimenti.

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Mercati oggiValter Buffo