Ancora sui tagli alle tasse negli Stati Uniti (parte 2)

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Ne abbiamo già scritto ieri (leggi il Post poco più sotto): ci torniamo oggi, per confermare che la prima impressione NON è sempre quella che conta.

Dopo un anno passato a leggere, grazie alle banche di investimento globali, che i tagli alle tasse di Trump avrebbero risolto tutto, dalla crescita agli investimenti, e forse anche ... la varicella, la gioia dei Popoli, e magari anche i terremoti, oggi scopriamo che forse non tutto sta proprio così.

Quello che avete già visto sopra è il Wall Street Journal. Un quotidiani decisamente Repubblicano. Un quotidiano decisamente pro-business, e molto legato alle Società di Wall Street.

Dal suo sondaggio, si scopre che 1) il 41% degli americani ha una opinione negativa dei tagli alle tasse, e poi che 2) la maggioranza degli americani di fida oggi più dei Democratici che dei Repubblicani per la gestione delle cose economiche da parte del Governo.

Dove è finita la famosa "ondata di entusiasmo", della quale Trump ha parlato tante, tante, tante volte? L'impennata dei consumi? Il 4% di crescita del GDP?

Forse solo le Aziende, sono entusiaste? Neppure quelle, e lo leggete nell'estratto dell'articolo che vedete più in basso. 

Ha fatto notizia la risposta della platea ad una domanda di Gary Cohn due settimane fa, ad un evento a cui partecipavano i Vertici delle Grandi Aziende (i CEOs) organizzato sempre dal Wall Street Journal.

Come potete leggere sotto, oppure sul Web, Cohn ha chiesto ai presenti di alzare la mano se ritenevano di modificare le proprie scelte di investimento dopo che fossero approvati i nuovi tagli alle tasse. Quasi nessuno lo ha fatto. Quanto è lontana la Borsa di Wall Street: anni luce. E voi, investitori, che fate, rimanete con gli "entusiasti"?

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Mercati oggiValter Buffo