E voi con chi volete stare: con i perdenti oppure con i vincenti? (parte 1)
L'Italia pesa pochissimo nei nostri portafogli, e quindi nei portafogli dei nostri Coienti. Questo perché i mercati finanziari in Italia sono un "di cui": una realtà locale, di provincali, le cui tendenze sono nella grandissima parte decise da ciò che succede all'estero.
Presto, entro pochi anni, la stessa politica economica italiana verrà decisa all'estero: a noi di Recce'd sembra una soluzione inevitabile, visti i fallimenti degli ultimi venti anni.
Detto questo ci sarebbe quindi da mettere del tutto da parte l'argomento, almeno se guardiamo a noi, ed ai nostri lettori, come investitori (come cittadini, ovvio che è diverso: ma Recce'd non è la sede appropriata). E lo abbiamo scritto un numero di volte.
Ci costringe, a volte, a fare eccezione a questa regola, il sistema dei media, dei mezzi di comunicazione, in Italia: se La Stampa, terzo quotidiano nazionale per diffusione, oggi domenica 4 settembre dedica le pagine 2 e 3 alle banche, allora ai loro lettori che sono anche lettori di Recce'd può sembrare che l'argomento sia fondamentale, determinante, inevitabile. Quei lettori potrebbero credere che Recce'd trascura il problema.
Lo spunto è stato fornito ai media italiani dal Presidente del Consiglio durante il suo intervento a Cernobbio (un evento del quale, a noi di Recce'd, sfugge del tutto il significato, e non da oggi). Renzi ha detto cose che tutti i quotidiani hanno riportato, e poi abbondantemente commentato, e noi non vogliamo fare perdere tempo ai nostri lettori. Ricorriamo quindi ad una parte del resoconto pubblicato dal Sole 24 Ore:
Renzi è ovviamente un politico, quindi si esprime per slogan, e spesso è costretto a spingersi oltre anche su temi che conosce, ovviamente, solo in modo superficiale. Esiste però una folta schiera di consulenti ben retribuiti della Presidenza del Consiglio, ed è a quelli che pensiamo quando leggiamo queste frasi.
E' fin troppo facile, e lo hanno fatto in molti, sottolineare il contrasto clamoroso e stridente con le affermazioni dello stesso Presidente del Consiglio sei mesi fa. E sarebbe poco utile ripetere cose che Recce'd ha scritto già prima dell'estate: manca del tutto sia l'analisi delle cause che hanno prodotto questa "sottovalutazione" (chi ne ha tratto beneficio? a chi è convenuta, per mettersi soldi in tasca? che responsabilità materiali ha la Banca d'Italia per i 150 mila esuberi e la mis-allocazione di capitali?), sia del ruolo del sistema bancario all'interno del sistema economico. Qui si parla come se il sistema bancario sia stato imposto dall'alto, da un autorità suprema se non divina, e si parla come se fosse del tutto lecito fare pesare sulle spalle del pubblico la sistemazione dei suoi problemi. Si parla, e anche si scrive, come se il sistema bancario fosse un "bene collettivo di valore artistico", magari la Cappella Sistina.
Così, non si andrà da nessuna parte: fino a che non sarà chiaro che si sta parlando di un gruppo di Società private, gestite da privati con finalità private, tanto quanto Barilla, FCA o Prada, non ne usciremo se non scavandoci, ulteriormente, la fossa.