Perché non la facciamo finita con la Borsa di Milano? (parte 3)
Il 4 agosto scorso, nel primo Post di questa serie, abbiamo in modo provocatorio ai nostri amici e lettori di riflettere. Perché una parte significativa dell'industria, in Italia, parte che comprende molti gestori, e moltissimi venditori (promotori e private bankers), e una buona fetta dei mezzi di informazione, continua a portare l'attenzione di chi investe, e quindi dei Clienti, sulla Borsa di Milano?
Oggi un investitore italiano, come abbiamo già spiegato nel dettaglio, non ha alcuna ragione forte per dare uno spazio significativo nel proprio portafoglio a strumenti finanziari italiani (che siano di Borsa, oppure Fondi Comuni, oppure obbligazioni).
Forse qualcuno vi racconta ancora che "sull'Italia abbiamo informazioni più dirette"? Ma davvero? E che cosa lo dimostrerebbe? Le performances? Quelle ... no di certo.
La Borsa italiana è stata, per decenni, utilizzata per ... scaricarci dentro di tutto, e non vediamo quindi ragioni di riconoscenza da parte degli investitori.
Da qui il nostro atteggiamento: l'italia nei nostri portafogli pesa quanto un Paese Emergente di medie dimensioni. Che poi, è ciò che siamo (da un punto di vista finanziario).
Il tema ci è tornato alla mente perché un amico ci ha segnalato un Post di Facebook apparso il 23 settembre 2016. E' una fotografia, con una riga di commento. Non conosciamo l'autore, né abbiamo alcuna relazione con lui. Semplicemente, ci ha fatto sorridere, e ci auguriamo che faccia arrivare un sorriso anche a chi ci legge.