Esercizi sotto l'ombrellone: le risposte alla parte 7
Proseguiamo nelle risposte agli Esercizi che Recce'd ha proposto ai suoi lettori prima di ferragosto. Il settimo di questi esercizi proponeva otto espressioni (celeberrime) in lingua inglese, e proponeva al lettore di definirne il significato autentico. Qui sotto potete verificare le risposte.
- "risk-on, risk-off" ci sarebbe da ridere, se non fosse un problema serissimo: gran parte dell'industria (anche molti generali, e non soltanto i soldati da campo di battaglia) in Italia è stata messa nelle mani dei venditori, oppure degli uomini degli uffici amministrativi (back office), a causa di una normativa che distorce la natura dei servizi del risparmio; a causa di questo, non ci sono gestori oggi alla guida dell'industria della gestione: e si creano situazioni comiche (o tragiche) come questa: tutti usano l'espressione "risk on - risk off" ma solo uno su dieci ne conosce il significato; stiamo riferendo di esperienze personali: più di uno ci ha "spiegato" spiegato che ci si trova nella situazione etichettata con "risk on" quando c'è il rischio, ovvero quando i mercati scendono; il senso è esattamente opposto: "risk on" definisce la situazione di mercato in cui i flussi di investimento premiano gli asset rischiosi, mentre "risk off" è la situazione in cui gli investitori si spostano sui cosiddetti asset "rifugio"
- "a rising tide lifts all boats" questa espressione, che fu utilizzata in pubblico da John Fitzgerald Kennedy nel 1962, è stata in più occasioni utilizzata per descrivere il funzionamento dell'industria dei fondi Comuni tradizionali. che sono niente altro che barchette passive, in attesa che la marea (ovvero gli indici di mercato) salendo porti in alto anche loro, per poi dire al Cliente investitore "vedi come siamo stati bravi!"
- "but how do we know when irrational exuberance has unduly escalated asset values, which then become subject to unexpected and prolonged contractions (...)?" la frase di Alan Greenspan passò alla storia: pronunciata PRIMA della crisi del 2000-2002, venne eletta a simbolo di un'intera epoca dei mercati: ma lo stesso Greenspan non fu però in grado di trarne le ovvie conseguenze, e rimaste a guardare mentre le bolle aumentavano di diametro
- "buy on the rumour, sell on the news" non sappiamo a chi attribuire questo modo di dire, che forse è il più celebre e quello utilizzato più spesso in Finanza: se l'investitore attende di leggere in prima pagina che l'economia USA va meglio del previsto, prima di modificare il proprio portafoglio, finirà inevitabilmente per perdere sempre soldi; ed è per questa ragione che Recce'd scrive ogni mattina ai suoi Clienti e spesso sul Blog: non ci sono giornate "tranquille", e proprio quando si ha l'impressione che "oggi non è successo nulla", è proprio allora che si sviluppano le tendenze più importanti
- "the four most dangerous words in investing are: 'this time it's different' " questa frase del famoso investitore John Templeton contiene una grande verità: è assurdo ad esempio credere che le politiche di QE non porteranno alle identiche conseguenze che in passato seguirono ogni fase di monetizzazione del debito pubblico (perché "questa volta è diverso")
- "sell in may and go away" anche questa frase non ha un autore: fa riferimento alla cosiddetta "stagionalità" che Recce'd ha già commentato più e più volte, anche in questo Blog; Recce'd non si affida a tradizioni e proverbi, ed in molte occasioni è stata una scelta azzeccata: ad esempio, proprio nel 2016
- "if they are too big to fail, they are too big" ancora Alan Greenspan: ed ancora una volta siamo costretti a sottolineare che l'analisi era azzeccata, ma che alle parole non hanno fatto seguito i fatti, ed ancora oggi questo è uno dei maggiori problemi che condizionano l'intero mercato finanziario internazionale, ovvero banche globali "troppo grandi per fallire" ma allo steso tempo sempre a rischio fallimento
- "it's the economy, stupid!" La frase celeberriman che accompagnò la prima elezione di Bill Clinton alla Presidenza degli Stati uniti risulta di grande attualità anche oggi, se rivolta alla maggior parte dei gestori professionali di GPM e Fondi Comuni: il cui bla-bla spesso risulta del tutto slegato dalle variabili dell'economia, che invece sono le sole a determinare la direzione dei mercati finanziari