Segni della fine di un'epoca (parte 1)

Nello scorso mese di maggio, Recce'd vi segnalò una "chiamata" (nel gergo degli operatori, "una call") della banca globale Goldman Sachs, che è al tempo stesso il nome più prestigioso ma pure il nome che ha subito negli ultimi anni il numero maggiore di attacchi alla sua credibilità. La storia si ripete, in questo caso: proprio ieri, 1 agosto 2016, Goldman Sachs è tornata a rendere pubblica una propria chiamata, "una call", e questa volta ancora più forte che nel mese di maggio. Noi qui prendiamo Goldman Sachs puramente come esempio del modo di operare delle grandi banche globali.

Goldman Sachs ha suggerito ai propri Clienti di "vendere l'azionario" per i prossimi tre mesi. Sono molto numerose le considerazioni che tutti noi investitori siamo costretti a fare, su una base di una notizia come queste (ripresa subito, va detto, da tutte le agenzie di stampa e da tutte le testate specializzate). Noi ve le proponiamo qui in sintesi:

  1. la chiamata precedente non era andata bene: già a maggio Goldman Sachs aveva consigliato di "alleggerire", ma il mercato invece ha fatto segnare due nuovi massimi
  2. l'orizzonte temporale, "a tre mesi", ci fa capire lo scopo e la qualità di questa "chiamata", di questa indicazione operativa: siamo passati dal disegnare scenari (spesso misteriosi) a tre-cinque anni, ad una indicazione che sembra più che altro destinata al trading-on-line
  3. sembra quindi una mossa "in affanno", per non dire disperata: Goldman Sachs prova a cogliere l'attimo e mettersi finalmente davanti al mercato, dopo averlo inseguito per sette mesi nel 2016 (ed anche per 12 mesi nel 2015)

Le posizioni dei nostri portafogli modello sono, ad oggi, OPPOSTE a quelle di Goldman Sachs, e non da oggi: ci dobbiamo quindi preoccupare? Non siamo preoccupati affatto, e se mai ci salisse un moto d'ansia ci sarà sufficiente ricordare che questa banca globale, come tutte le altre sue "sorelle", ancora a gennaio scriveva e spingeva sulle Borse europee, spiegando che la crescita degli utili 2016 sarebbe stata "a due cifre". Oggi quelle medesime banche globali hanno una previsione 2016 inferiore a zero, ovvero di crescita degli utili negativa in Europa. Se le basi fossero le medesime, in questo caso, allora sarebbe forse il caso di AUMENTARE il long sulle Borse.

Ci pare però molto utile sottolineare questa "chiamata" di Goldman Sachs per tutti quegli investitori ai quali oggi il promotore ovvero il private banker ovvero il consulente ripete che è indispensabile "investire per il lungo termine" se si vuole investire bene: notizie come queste dimostrano all'investitore che il mondo intorno a lui (ed anche intorno al suo consuelnte) gira in un modo del tutto diverso, e gira molto rapidamente.

Ci pare poi molto utile ripetere a tutti i lettori che siamo già arrivati alla fine di un'epoca: quelli che ancora oggi sono convinti che queste grandi banche globali "ne sappiano di più", che questi grandi nomi "offrano migliori garanzie", che questi grossi conglomerati producano "maggiore efficienza" e che il private banking di una grande banca (globale, oppure italiana) sia per definizione in grado di offrire un servizio di maggiore qualità, dovrebbero riflettere a lungo su iniziative come quella che vi abbiamo appena documentato, iniziative che ricordano piuttosto i tentativi di una botteguccia alle prime armi. Se Goldman Sachs ricorre a questi mezzi, che cosa faranno oggi, domani e dopodomani le altre "grandi banche", internazionali ed italiane? 

In un film di Carlo Verdone, che in Recce'd è molto amato, si direbbe che "ce stanno 'a provà". 

Mercati oggiValter Buffo