MPS: l'ennesima "estate del gattopardo"? (parte 3)

Al termine di una giornata convulsa, e dolorosa per molti investitori mal consigliati che hanno posizioni eccessive oppure azzardate sui titoli bancari italiani (sia azionari, sia obbligazionari) può essere utile segnalare, a chi ci legge, che in Italia i media, dai quotidiani ai TG, sono parte in commedia. Non sono organismi indipendenti di informazione, ma giocano un ruolo nella vicenda, un ruolo attivo, e stanno con una delle parti in causa.

E' sufficiente rileggere l'intervista di due giorni fa al Consigliere delegato di Banca Intesa, sul Corriere della Sera, per rendersene conto: detto che Intesa oggi del Corriere è (sul piano finanziario) l'azionista di controllo, l'intervista non tocca i temi che dovrebbe toccare nell'interesse dei lettori, mentre sui temi che vengono toccati propone una versione che da un lato è "zuccherata" (state tranquilli, tutto è a posto) e dall'altro è arrogante ("Fondo Atlante è un game changer").

Quanto fondamento abbiano queste affermazioni, ce lo dice l'indice FTSE MIB stasera a 16.000 punti, ma ce lo dicono anche i numeri che la stessa Intesa ha pubblicato stamattina, numeri che certificano un fatto che a nostro parere è molto grave, ovvero che se Draghi non fa altri regali ad Intesa ed alle altre grandi banche italiane , queste aziende non fanno soldi. Non fanno soldi perché non producono servizi a valore aggiunto. Non producono servizi a valore aggiunto perché quel modello industriale ha fallito.

Recce'd ovviamente non ce l'ha con Intesa: per tutte le altre grandi banche italiane, potremmo scrivere le medesime parole. E il punto sta qui: il punto che non si vuole vedere, che non si vuole affrontare (per paura che "vengano fuori i nomi" di chi fino ad oggi ha fatto festa coi soldi degli azionisti ed obbligazionisti) è che va rivisto radicalmente il modello di business delle banche italiane. Vanno sradicate le vecchie abitudini, eliminati per intero certi Consigli, e affidate le banche a nuovi Amministratori. Nuovi: ovvero del tutto al di fuori dall'ambiente che ha avuto in mano il sistema per decenni.

Questi nuovi Amministratori e Consiglieri non li potrà scegliere la Banca d'Italia: la Banca d'Italia non può proseguire nel ritagliarsi un ruolo al di sopra delle parti, da "verginella", dopo una catena di eventi (che parte da Capitalia e Popolare di Lodi) troppo lunga per essere frutto del caso. Oggi 2 agosto 2016 arrestano il Presidente di Veneto Banca, ma a voi sembra possibile che quel Presidente fosse così tanto abile, diabolico, nel falsificare i dati dell'attivo di Veneto Banca, da mettere nel sacco tutta la Vigilanza di Banca d'Italia per alcuni miliardi di euro?

Torniamo al punto di partenza: il ruolo dei media italiani. Anche oggi la stampa e i TG non hanno fatto altro che aumentare la confusione di chi legge e di chi ascolta, quindi hanno fatto l'opposto dell'informare. Ci è toccato rileggere della "speculazione", degli "attacchi dei fondi hedge", di "investire per il medio-lungo termine", della "irrazionalità" dei mercati". Diciamolo, sono fandonie: se i mercati fossero stati lasciati liberi di operare, l'Italia non avrebbe gettato ben 20 miliardi di euro in una Azienda, MPS, che certamente non agisce nel'interesse "del pubblico". MPS non è un "bene pubblico", un Ente benefico, un "valore nazionale", un'opera d'arte come la Gioconda: è solo e semplicemente un'azienda privata, una SPA. 

Con la piccola differenza che se MPS guadagna soldi, questi soldi li mettono in tasca gli azionisti; se invece MPS perde, i soldi li cacciano i cittadini italiani (magari, attraverso le Poste e le Casse Previdenziali). La nostra stampa però sottovaluta i suoi lettori: perché in giro non c'è più nessuno disposto a dare fiducia a certe favole. L'obbiettivo è quello di tenere certe figure su certe poltrone: ma questo, il pubblico italiano ed internazionale lo ha capito benissimo.

Mercati oggiValter Buffo