MPS: l'ennesima "estate del gattopardo"? (parte 2)
Il contrasto da quello che tutti, ma proprio tutti, i quotidiani italiani hanno scritto nel fine settimana (include le interviste a Governo e Vertici delle banche) e la reazione delle Borse tra ieri, lunedì 1 agosto, ed oggi non potrebbe esser più evidente: un trionfalismo smaccato dopo i risultati degli stress test è stato smentito (si è tentati di dire: spernacchiato, alla Totò) dai prezzi sui mercati finanziari.
Tra mercati ed interviste compiacenti e compiaciute, la nostra scelta è sempre di guardare alla realtà, e non alle parole. E quindi, di guardare ai prezzi. Come Recce'd aveva scritto già domenica 31 luglio, nel Post con questo stesso titolo, la presunta "soluzione per MPS" non è, semplicemente, una soluzione. Il perché, lo abbiamo già scritto.
Implicazioni pratiche? Per i correntisti che si chiedono "facciamo bene a tenere i soldi sul conto corrente", precisiamo che non c'è il minimo rischio di una "corsa agli sportelli". Invece per gli obbligazionisti che hanno in portafoglio titoli emessi da banche italiane (QUALSIASI banca: la crisi è di sistema, non di MPS) ripetiamo ancora una volta che non c'è alcuna garanzia reale a supporto di quei crediti sotto forma di obbligazioni. E non stiamo parlando qui solo delle obbligazioni subordinate.
Scrive oggi il Financial Times (2 agosto 2016) che gli stess test hanno "messo in evidenza lo scontro di interessi divergenti tra azionisti ed obbligazionisti" delle banche europee. Siamo d'accordo, ma la vediamo così: azionisti ed obbligazionisti si scontrano ma soffrono del medesimo problema: dietro ad azioni ed obbligazioni non c'è il valore che loro credono che ci sia, le banche-Zombie non sono più in grado di produrre valore e quindi non hanno alcun valore. Non siamo di fronte ad un problema di "ricapitalizzazione", stiamo tutti prendendo coscienza che quel modello di business non regge più ed ha fallito.
I prezzi sui mercati finanziari sono stati sostenuti fino ad oggi (grazie all'azione, a prima vista gratuita ma che avrà in futuro costi evidenti, della BCE di Draghi) ma non potranno esserlo a lungo. E da questo punto di vista sono gli obbligazionisti quelli che rischiano di più.