De Benedetti e l'IRI delle banche

Due giorni fa, il 7 luglio, in questo Blog pubblicammo due Post sul tema della capitalizzazione delle banche italiane, e delle ipotesi di salvataggio con denaro pubblico. Da ciò che scrivemmo allora, ovvero seguendo il filo di quel ragionamento, si arriva a con facilità a capire perché in una intervista di oggi sul Corriere della Sera un importante imprenditore prenda posizione pubblica a favore della "nazionalizzazione" delle banche in difficoltà. Lo potete leggere nel brano che riportiamo.

Renzi perderà il referendum?
«Lo perde se non spiega bene la sua riforma. Il consenso è calato, ma non è certo colpa del Corriere, come qualcuno pensa; è colpa del fatto che hanno ridotto molto il contatto con la gente. Eppure è un calo, non un crollo come quello di Hollande. Renzi è ancora in tempo a salvarsi. A una condizione». Quale? Cosa deve fare? «Ribellarsi alle regole europee su due punti. Primo: nazionalizzare le banche che non ce la fanno da sole».

Non può, l’Europa non lo consente.
«Non sono d’accordo. Lo dice anche l’Economist, che non è un pericoloso sovversivo come me. Lei crede che la Germania non salverà la Landesbank di Brema? Cambiamo nome al Monte dei Paschi, chiamiamolo Landesbank Siena. E aiutiamolo. Lei crede che l’Europa sanzionerà Spagna e Portogallo per il deficit eccessivo? Non lo farà. Bisogna ribellarsi all’Europa delle regole, altrimenti rovesceremo il principio democratico. È la politica che fissa le regole, non le regole che fissano la politica».

De Benedetti ha il coraggio di dire quello che tutti pensano ma nessuno dice, ovvero che alla fine resterà soltanto l'opzione di un salvataggio pubblico.

Non siamo sorpresi: noi di Recce'd scriviamo, da più di due settimane, che sotto sotto c'è l'idea di fare una IRI delle banche. Da molti mesi (altro che Brexit); basta vedere come il Governo si è mosso per mettere "amici" in alcuni Consigli bancari. Ci sembra notevole il fatto che qui si usi il termine "nazionalizzazione", e ci fa supporre che se ne sia parlato già in varie sedi, e non da qualche giorno. Ci sembra notevole, inoltre, che si torni ad utilizzare l'argomento delle "banche tedesche in difficoltà", quando è chiaro anche ai meno esperti che il problema che ha investito il settore bancario italiano, e quello che colpisce alcune banche tedesche, c'entrano nulla. Persino la CGIA di Mestre, oggi, come anche il Sole 24 Ore stamattina, ripropongono la questione dei derivati di Deutsche Bank, e giudichiamo scorretto, incongruente e forzato tirare in ballo questo argomento per giustificare quello che è stato fatto in Italia con le banche italiane da vent'anni a questa parte.

Ma continua a sorprenderci, sopra ogni altro aspetto, questa forte volontà di far passare come gesto fatto per il bene comune l'immissione di denaro pubblico, ovvero della collettività, in aziende che sono state gestite malissimo e spogliate dei loro patrimoni da dirigenti e Consigli di Amministrazione con chiari interessi privati in causa. Loro hanno sbagliato, ora tutti devono pagare ("perché se non è peggio"). E ieri l'ABI riunita in Assemblea ci ha indicato una serie di "istanze imperative", invece di spiegare al pubblico perché proprio quelli seduti lì, in quella medesima Assemblea, negli ultimi due decenni hanno causato questo enorme danno alla collettività, che ora si vuole fare pagare a tutti. Neppure una parola di autocritica, neppure un cenno di pentimento; avanti come sempre.

Ma chi lo dice, che sarebbe peggio utilizzare gli strumenti previsti dal Diritto Fallimentare? In passato è stato forse così? Ovvero i salvataggi di Stato ci hanno portati a stare meglio? Con quel debito pubblico sulle spalle che oggi rende un intero Paese schiavo? 

E poi: immaginative la scena (atroce) della "lista per essere salvati": tu si, tu no, tu conosci questo, tu non conosci quello, tu sei "di interesse nazionale", tu non sei abbastanza importante. E poi: una grande occasione per riciclare i vecchi dirigenti che hanno creato questa voragine. E per finire: "noi ti abbiamo aiutato, ora ci devi restituire il favore aiutando Tizio e Caio, che sono amici del partito X oppure Y". 

Scene che vorremmo tanto non vedere: e che invece saremo, probabilmente, costretti a vedere ancora una volta, e che faranno ancora di più scivolare questa economia all'indietro.