In una settimana, Brexit è sparito

Che fine ha fatto Brexit? Sette giorni fa, sabato 25 giugno 2016, il 90% dei titoli sulla stampa specializzata, ed anche in prima pagina sulla stampa generalista, faceva riferimento a Brexit. Il tono era drammatico, il contentuto era uno scenario in base al quale tutto sarebbe cambiato a causa di Brexit, e le previsioni erano per lo più pessimistiche, con mesi di instabilità sui mercati finanziari ed anni di recessione economica.

Come sempre sono i mercati a saperla più lunga: in Recce'd abbiamo una grande fiducia nel fiunzionamento dei mercati (fino a che qualche burocrate non decide di distorcerli con operazioni "non convenzionali").

Oggi i segni di Brexit sui mercati sono pochi, e non molto significativi (della sterlina scriviamo oggi, in un altro Post). Questo significa che Brexit è stata solo un'occasione per perdere tempo, attenzione ed energie?

Noi in Recce'd non la pensiamo così: e lo abbiamo scritto anche durante l'ultima settimana, nei nostri contributi su Soldi On Line e anche nel nosto The Morning Brief. Pensiamo, al contrario, che l'episodio abbia offero una concreta dimostrazione di quello che Recce'd scrive da mesi, ed in particolare:

  • del fatto che episodi di elevata volatilità si ripeteranno con alta frequenza nei prossimi mesi ed anni
  • che riuscirà a generare performance soltanto chi gestice il proprio portafoglio disntguendo tra volatilità e rischio.

I rischi oggi ci sono, ci saranno e resteranno elevatissimi per anni. Restare fuori dai mercati, ed alla finestra, perché questi rischi esistono è un errore: non si può fare performance così. Fare confusione tra episodi di volatilità (come Brexit) e gli autentici rischi (che sono altri) è un errore ancora più grave. L'errore fatale per i portafogli.