Prospetti e FALSE protezioni per l'investitore: un esempio concreto

Raccontano i quotidiani che il prospetto per l'aumento di capitale che parte oggi per Veneto Banca superi le 1.100 pagine: non serve leggerlo, per capire che si tratta di un documento inutile. O meglio, utile soltanto per coprire le spalle a chi chiede denaro, ma inutile per chi investe. Chi leggerà le 1.100 pagine, e chi le capirà?

Ha fatto notizia, di recente in Italia, il lavoro giornalistico di alcuni che sono andati a riprendere i documenti informativi di Banca Etruria, mettendo sotto accusa la CONSOB. Recce'd ovviamente si schiera a favore di queste iniziative, ma allo stesso tempo le giudica limitate: a nostro parere il problema da risolvere non è quello dei documenti informativi.

CONSOB si limita a una vigilanza formale, e mai sostanziale: se le carte sono a posto, allora l'intermediario è coperto rispetto alle proprie responsabilità. Le scelte di investimento restano fuori dai perimetri della Vigilanza: "le performances vanno e vengono". In un solo caso, nello scorso luglio, CONSOB uscì allo scoperto, denunciando quelle Reti di vendita che metto i propri interessi davanti a quelli del Cliente, forzando nei portafogli i prodotti gestiti (Fondi Comuni) delle grandi banche globali, perché pagano (alla Rete) commissioni più alte. Manca qui il passo successivo: ovvero riconoscere, in modo esplicito, che queste scelte sono in conflitto di interesse, perché hanno una diretta influenza sui risultati, sulle performances conseguite da chi investe.

Una vigilanza formale è destinata a lasciare l'investitore solo di fronte ai problemi sostanziali. Facciamo qui un esempio concreto e attuale: i titoli bancari europei ed italiani.

Solo 12 mesi fa, tutte le SGR, le Reti, i Private Banking spiegavano ai Clienti che le banche in Europa, e quelle in Italia in particolare, erano una grande occasione di guadagno, per di più senza rischi viste le garanzie di Draghi.

Oggi, a distanza di 12 mesi, i dati sono questi (che più sotto commentiamo):

  • l'indice europeo del settore bancario vale il 35% in meno (vedi il grafico sotto)
  • quello italiano arriva al 50% in meno

Credete forse che, alla base di quella spinta costante e quotidiana all'investimento nei bancari nel 2015 ci fossero analisi particolarmente dettagliate? Una conoscenza dei titoli approfondita? O c'era piuttosto la voglia di trascinare i Clienti nella corrente, e di fare così un facile guadagno cavalcando il trend?

Il punto, per CONSOB, ma pure per Gabanelli, è che l'industria del risparmio in Italia funziona così: il punto è che il servizio al Cliente viene inteso così. Il punto è che le persone che operano nel settore sono quelle.

Una dimostrazione concreta? Quelli che "pompavano" le banche 12 mesi fa (nelle GPM, nei Fondi Comuni, nei dossier titoli) sono ancora lì, tutti seduti al loro posto, e tutti a spiegare (ancora!!!) dove andranno in futuro i titoli bancari, anche se è provato dai fatti che di titoli bancari capiscono poco o nulla (e nessuno che ci metta la faccia e spieghi come possa un indice come quello qui sopra scendere da 160 a 100 in sei mesi).

Volete sapere perché sono ancora tutti al loro posto? Perché alle loro Aziende importa nulla se il Cliente investitore ci ha perso soldi: l'importante è solo "tenere, tenere, tenere", tenere fermo il Cliente, anche negando l'evidenza; e fargli pagare le commissioni.

Non ci sarà alcuna protezione dell'investitore fino al giorno in cui non sarà spezzato questo nodo, il conflitto di interessi ormai evidentissimo tra chi VENDE e chi INVESTE: fino al giorno in cui anche la INCOMPETENZA non verrà messa ai margini del mercato. Se pure i prospetti diventassero a più volumi, come la Enciclopedia Treccani, l'investitore finale sarebbe comunque destinato a perdere denaro.