La catastrofe dei bonds (parte 2)
Recce'd ha messo da parte ogni accenno al "catastrofismo" fin dal mese di febbraio: ci colpì allora la sostanziale tenuta dei mercati finanziari, a fronte di un sottostante quadro dell'economia reale davvero proccupante.
Come sempre accade, siamo stati costretti ad ammettere che i mercati avevano ragione. L'economia reale, tra febbraio ed oggi, può essere riassunta così: non va poi COSI' male.
Se oggi, 10 giugno, torniamo a utilizzare il termine catastrofe, è perché quello che vediamo sui mercati delle obbligazioni è una vera e propria spirale, la cui sola ragione è che le Banche Centrali continuano ad utilizzare, del tutto fuori tempo rispetto alle economie, le politiche monetarie "non convenzionali". Questo ha cacciato una serie di Investitori Istituzionali in un vero e proprio imbuto, dove sono COSTRETTI a comperare carta a prezzi malsani.
In fasi economiche del passato, i nuovi massimi dei prezzi di Bund tedeschi, Gilt del regno Unito, e JBG giapponesi avrebbero, senza dubbio, anticipato una recessione dell'economia reale.
Oggi, quella che vedete tutti è solo una strozzatura dei mercati: acquisti (insensati, o peggio colpevoli) di carta che NON C'E' PIU' in giro da vendere, da parte di funzionari pubblici (i banchieri centrali) senza controllo e senza alcuna conoscenza dei mercati. Il tutto senza alcun obiettivo, finalità, scopo.
Quello che vediamo oggi è solo e soltanto delirio (panic-buying): vendere equity (azionario) oggi è assurdo, perché il rischio vero, quello profondo, sono le obbligazioni. Sarà un'estate calda: quello che avete visto tra aprile e giugno 2015 sui Bund era soltanto uno scherzo, al confronto.