Il mercato delle obbligazioni si è rotto (parte 1)
Quello che vedete nelle ultime sedute sui mercati internazionali, dallo yen sempre più forte al Bund decennale che rende sotto zero, viene attribuito, in genere a Brexit, ma non è così. Volete una prova? Era stato anticipato, e di molti mesi da uno studio del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, a firma Caballero, Fahri, and Gourinchas (il nostro link vi consente di scaricare direttamente il paper in questione) in cui si scriveva nel gennaio scorso:
In the open economy, the scarcity of safe assets spreads from one country to the other via the capital account. Net safe asset producers export these assets to net safe asset absorbers until interest rates are equalized across countries. As the global scarcity of safe assets intensifies, interest rates drop and capital flows increase to restore equilibrium in global and local safe asset markets. Once the ZLB is reached, output becomes the adjustment variable again.
Questo oggi è il problema centrale per i mercati finanziari internazionali: due anni fa, il punto era capire che le Banche Centrali con le loro "politiche monetarie non convenzionali" non avrebbero garantito la crescita economica. Almeno dal 2015, questo è ormai chiaro a tutti. Nel 2016, siamo molto oltre: oggi è necessario capire un'altra cosa, ovvero come si uscirà da questo imbuto che si è creato sui mercati delle obbligazioni.
Noi di Recce'd a partire dallo scorso lunedì, nel nostro documento quotidiano dedicato ai Clienti (The Morning Brief), abbiamo fornito alcuni elementi di giudizio che aiutano chi ci legge a capire perché oggi, nel valutare il prezzo ed il rendimento a scadenza di un'obbligazione, non si utilizzano più i vecchi strumenti come l'inflazione attesa o la crescita economica attesa, e neppure la qualità del'emittente oppure il rischio di default.
Il mercato globale delle obbligazioni si è rotto: lo vedete anche stamattina, 16 giugno, con il Bund decennale che rende il MENO 0,2% a scadenza. Che significano questi rendimenti? Nulla: non significano nulla, sono semplicemente numeri sugli schermi dei traders.
Il mercato globale delle obbligazioni si è rotto perché è vittima di problemi di "scarsità" come quelli di cui scrive lo studio del MIT, problemi che sono il risultato di politiche molto disinvolte messe in atto da soggetti (i banchieri centrali) che sono e restano funzionari pubblici che non hanno conoscenza dei mercati e che operano al di fuori di ogni contesto di responsabilità personale. Scelte che hanno fatto loro ma che pagheremo tutti noi.
Per creare problemi di scarsità in un mercato, non devi acquistarne il 100%: è sufficiente il 25%, se il restante 75% è per varie ragioni bloccato. Oggi, per una serie di motivi, non ci sono più "attività rifugio", attività sicure, disponibili sul mercato, e nonostante questo molti Investitori Istituzionali sono costretti ad acquistarne ogni mese, senza badare al prezzo.
I prezzi così perdono ogni legame con la realtà, i mercati diventano illiquidi, e bastano anche piccolissime quantità in acquisto oppure in vendita per giustificare amplissime oscillazioni dei prezzi (e quindi dei rendimenti, nel caso delle obbligazioni).
La situazione è questa, e per uscirne occorreranno anni. Questo è il vostro primo e principale problema, nel momento in cui decidete sulla composizione dei vostri portafogli.