Il punto sui mercati al 8 maggio 2016

La gestione attiva di portafoglio è, da sempre, la sola strategia che può proteggere gli investitori dagli alti e bassi, imprevedibili, dei mercati finanziari (tutti: non solo le Borse) e garantire un rendimento positivo su orizzonti di tempo medio lunghi, sempre se naturalmente si dispone delle capacità che sono proprie e tipiche di un gestore di portafoglio.

Un gestore di portafoglio non è (contrariamente a quello che molti vogliono farvi credere) quell'individuo capace di vedere oggi dove saranno i mercati tra 10 anni. Nessuno ne è capace. Il gestore è quel professionista che oggi è capace, sulla base dei dati e delle informazioni che si hanno oggi, di costruire un portafoglio che corrisponde alle aspettative del Cliente, e che farà nel suo insieme MEGLIO di ciò che faranno i mercati, sia nel breve, sia nel medio, sia nel lungo termine. Se non è in grado di fare questo, non è un gestore: è semplicemente un salesman ovvero un venditore che non conosce il prodotto che lui stesso tratta. Molti, tra quelli che si autodefiniscono gestori, sono invece solo dei salesman.

L'utilità di un gestore diventa massima proprio in momenti di mercato come quello che stiamo attraversando da qualche settimana: con i cambi in tensione estrema, le Borse inchiodate, e i tassi delle obbligazioni che prima salgono, poi tornano indietro. La situazione oggi 8 maggio è forse la meno chiara di tutto il 2016, ed è proprio per questa ragione che oggi è il momento migliore per fare il punto dopo i nostri Post di strategia di dicembre e gennaio scorsi.

La tensione come detto è massima: e si sfoga sulle valute, che solo martedì scorso 3 maggio apparivano del tutto fuori dal controllo delle Banche Centrali. Poi è tornata la calma, ma la forza dell'euro ha fatto scendere le Borse in Europa ed anche negli USA abbiamo registrato due settimane di calo degli indici. A fronte di tutto questo, il petrolio resta forte a 45$ (un segnale di espansione economica), ma i tassi delle obbligazioni restano bassi, e vediamo tornare a 1,75% il Treasury decennale USA (un segnale di economia che non cresce).

Gli operatori sono schiacciati in una morsa: da una lato, ci sono i problemi strutturali, come ad esempio l'impotenza delle Banche Centrali ed il fallimento del QE, e poi l'eccesso di debito, e poi le economie che crescono molto lentamente, il calo degli utili societari negli USA ed in Europa, e poi la fragilità politica dell'Eurozona; dal lato opposto, però oggi è difficile dire che cosa va male: i problemi strutturali che abbiamo elencato sopra sono i medesimi che si conoscevano già ad inizio anno, ma questo non ha impedito alle Borse di recuperare quasi il 20% da febbraio in poi, al petrolio di recuperare quasi il 10% dai minimi, ed in generale ai portafogli bilanciati tradizionali (azioni ed obbligazioni) di mettere a segno fino ad oggi una performance che è desolante (vicino a zero) ma non drammatica.

Bastano questi dati di fatto per dire che "tutto va bene"? Proprio per niente: ed è qui che il gestore diventa il fattore chiave di successo,. Come un parafulmine, il gestore attira su di sé tutte queste contrapposte tensioni, e produce scelte adeguate al momento dei mercati, anche e soprattutto nei momento in cui ... ci si capisce poco. Non c'è nulla di nuovo o di insolito, in momenti di pausa come quello che stiamo attraversando.

Recce'd oggi la vede così (ed ha posizionato di conseguenza i suoi portafogli):

  • nel 2016 si potrebbe tornare a momenti di mercato come quello di gennaio? Si, anche peggiori
  • nelle prossime settimane (maggio-giugno)? no
  • quali sono in questo momento i fattori positivi? Materie prime, dollaro USA, Cina
  • quali sono i più grandi rischi? Giappone in generale, politica di Eurozona, inflazione e debito (ed in particolare obbligazioni high yield e corporate), grandi banche globali
  • quali sono i temi di mercato che oggi contano poco o nulla per i prezzi? Recessione globale, Brexit, tassi ufficiali della Federal Reserve, QE in Eurozona, QE in Giappone