Pensare diverso: QUESTO è quello che vi serve (parte 1)
Molti investitori, in Italia e anche al di fuori dell'Italia, nel Regno Unito oppure negli Stati Uniti, sono delusi. Sono delusi dalle loro esperienze di investimento degli ultimi dieci anni, dai prodotti finanziari che non rispondo mai alle attese che erano state create, dai risultati delle gestioni che restano sempre deludenti, dall'esposizione al rischio di mercato che resta sempre elevata, come tutti hanno sperimentato anche lo scorso gennaio. In Recce'd lo sappiamo bene, perché ogni giorno parliamo con nuovi amici e Clienti che ci raccontano le loro esperienze e sofferenze.
Cambiare banca? Cambiare private banker? cambiare Fondo Comune? Non serve a niente: chi in passato ci ha provato, si è ritrovato poi nel medesimo calderone, prodotti da supermercato e servizi di consulenza da discount. Un'industria di massa che produce servizi di massa. Qualità? Zero.
Il progressivo controllo dell'industria del risparmio da parte di grandi strutture, internazionali ma anche nazionali (un vero e proprio cartello ottocentesco) ha prodotto proprio questo: non un risparmio sui costi ma una caduta di efficienza e di qualità. Il Cliente che spende magari per il prodotto alimentare bio, un ristorante stellato, l'abito fatto a mano oppure il viaggio esotico poi quando investe i propri risparmi si accontenta di servizi di massa distribuiti da legioni di venditori, più o meno tutti uguali uno all'altro nell'impostazione.
Che poi si chiamino private bankers, promotori, oppure più di recente consulenti non cambia nella sostanza un bel nulla.
Non c'è una via di fuga? Certo che esiste, ma il cartello dominante non vuole che voi usciate dal recinto, e non ve la fa vedere perché distruggerebbe (distruggerà) il loro modello di business.
Come sempre però poi nella diga si aprono crepe, sulla spinta delle pressioni di mercato: specie oggi, che i rendimenti obbligazionari stanno a zero, il QE (che regalo, quello!!!) ha fallito dovunque, non c'è più una storia (favola) da raccontare, e si prevedono per i prossimi dieci anni rendimenti meschini per chi sta attaccato agli indici di mercato, la tensione è in aumento giorno dopo giorno.
I primi a soffrire sono stati, come sempre, i più esposti alla concorrenza, ovvero i Fondi HEDGE: tutti hanno letto delle spaventose fuoriuscite di investitori e dei loro fondi investiti, negli ultimi mesi (ed anni). Ed ecco che subito viene alla luce quale è il vero problema che impedisce a questa industria (non solo il comparto HEDGE, ma l'intera industria dei Fondi Comuni) di creare valore per chi ci investe. Lo ha scritto la settimana scorsa il Financial Times:
This now well-documented “crowding effect” makes no one happy. Crowded trades lead to average investment returns on the way up and tears on the way down as funds rush to reduce their positions all at once. Each week, there is evidence to show that their clients are tiring of paying a fancy price for what is increasingly looking like a mass-market product. So why in an industry that offers such large rewards to those able to think differently have so few been able to come up with something new? (...) there is a larger intellectual malaise that has led so many hedge funds to repeatedly jump on the same investment bandwagons. It is no surprise that so few seem able to think creatively about markets when so many of their employees are so similar. Vast numbers of portfolio managers studied the same subjects at university, and then went to the same business schools where they learnt the same tenets of modern financial theory. On leaving education, they have had the same career trajectories, working as analysts in investment banks or investment houses, and they live in the same areas of New York and London. They eat in the same restaurants, they read the same books. It is not hard to see how this intellectual monotony has contributed to the industry’s problems.
Questo "modo di pensare unico", il famoso "consenso", è il fatto più dannoso per tutti gli investitori: quello da cui scappare il più lontano possibile, non si faranno mai soldi così e se ne perderanno sempre.
Il "consenso" ha fatto danni grandiosi ai risparmiatori di tutto il mondo: ha convinto migliaia e migliaia di salesman, di venditori, di poter fare benissimo da soli, di poter fare i gestori di portafoglio prendendo qua e là qualche informazione, di poter improvvisare "tanto è facile, mi metto come un vagone e mi faccio tirare dal treno". E' l'errore più grande, un errore fatale per i Clienti finali che si fanno seguire in un modo simile.
E' un errore grave perché invece la gestione del portafoglio titoli è una cosa difficilissima, che richiede competenze specifiche: ad esempio chi si mette a tirare sentenze sul QE di Draghi deve almeno distinguere la politica monetaria e i suoi strumenti da ... un casco di banane, se no parlerà a vanvera. E voi investitori ne farete le spese.
In Recce'd lavoriamo dal 2007 a modelli di valutazione e strategie di portafoglio che risolvano i notissimi e documentatissimi problemi delle strategie tradizionali (asset allocation e simili), quei problemi a cui si devono sia i crolli del 2000-2003, sia la crisi del 2007-2009, sia la prossima crisi che inevitabilmente arriverà. Una soluzione che non può essere trovata "ad orecchio", improvvisata durante un pranzo al ristorante, "azzeccata" come una scommessa su un cavallo all'ippodromo. Richiede lavoro, tempo, conoscenze, tecnica e tecnologia. Abbiamo studiato, e poi confrontato, e poi testato, e poi di nuovo studiato e confrontato, prima di definire per voi le migliori soluzioni sulla base di tutti i più recenti sviluppi della Finanza.
Questa professione, che per dieci anni in Italia è stata messa nelle mani dei venditori, tornerà per queste ragioni inevitabilmente nelle mani dei gestori, e si svilupperà da oggi in poi al di fuori di quelle strutture elefantiache che si giustificavano solo, un tempo, grazie al fatto di disporre di una specie di "monopolio delle informazioni", monopolio che ora il Web ha abbattuto per sempre.
Cercate quindi nuove idee, un nuovo modo di pensare agli investimenti: solo così garantirete ai vostri investimenti un rendimento assoluto ed un controllo dei rischio attivo e quotidiano. E finiranno anche le delusioni.