Italia ed Eurozona: una situazione in rapida evoluzione (anche nei prossimi mesi)

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Chi ha letto su 20QUOT le nostre note dedicate all'Italia nell'ultimo mese, sa che Recce'd ha scelto fin dal mese di marzo di sottolineare un incremento della tensione che avrà implicazioni visibili sia sulla situazione politica interna, sia sui mercati finanziari, a partire da maggio e per tutta l'estate. Diciamo che, dopo averci "benevolmente ignorato" (benign neglect ) per un paio d'anni, l'Italia per varie ragioni adesso è di nuovo al centro dell'attenzione.

Oggi, domenica 1 maggio, abbiamo ritrovato argomenti molto simili ai nostri in un articolo di commento pubblicato su La Repubblica a firma di Eugenio Scalfari. Ne riportiamo qui sotto una parte.

La seconda spaccatura dell'Europa è tra il Nord e il Sud e il suo aspetto più preoccupante è rappresentato dalla Germania. È il Paese egemone dell'Unione e soprattutto dell'Eurozona e finora si era mostrato in equilibrio su alcuni temi fondamentali, a cominciare da quelli dell'immigrazione, della flessibilità adottata dalla Commissione di Bruxelles, sia pure con modalità moderate, e nel rapporto tra la Cancelliera Angela Merkel - ufficialmente sostenitrice del rigore economico - e Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea e fautore d'una politica monetaria espansiva e anti-deflazionistica.

In questi ultimi giorni tuttavia la Merkel sembra aver abbandonato il suo equilibrio tra il rigore anche monetario della Bundesbank e la politica espansiva della Bce. Nei giorni scorsi Weidmann, governatore della Bundesbank, è venuto a Roma con un pretesto privato ma in realtà allo scopo di attaccare scopertamente la politica di Draghi, rendendo pubblico quell'attacco con un'intervista data proprio al nostro giornale.

Weidmann non è nuovo a quest'opposizione alla politica di Draghi, gli vota regolarmente contro in tutte le riunioni del Consiglio della Bce di cui la Bundesbank fa naturalmente parte; ma la novità di questa volta è che c'è stata l'approvazione piena delle dichiarazioni di Weidmann da parte del ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble, e nessuna parola di riequilibrio da parte della Merkel. Sarà la necessità di posizionarsi adeguatamente in vista delle prossime elezioni politiche tedesche, con una Cdu minacciata dagli xenofobi antieuropei e anche dall'alleato attuale, la Csu bavarese; ma comunque è un fatto nuovo e fortemente preoccupante questo atteggiamento "separatista" della Germania.

Infine la terza spaccatura europea riguarda la politica estera, la guerra contro l'Is in Siria, l'amicizia senza remore di sorta con la Turchia, l'assoluta "neutralità" nei confronti dell'eventuale intervento europeo sulla situazione libica.

Queste tre spaccature sono micidiali per l'Europa: allontanano il suo rafforzamento istituzionale e quindi rinforzano il nazionalismo dei singoli Paesi membri, anche di quelli che non condividono le posizioni tedesche in tema di rigore economico e proprio per questo svalutano le regole comunitarie contribuendo così da opposte sponde alla disgregazione politica ed anche ideale dell'Europa unita.

Nell'articolo di Scalfari trovate tutti i temi che sono rilevanti, oggi, per chi detiene Fondi Comuni che investono in Italia, oppure Btp, obbligazioni bancarie italiane, azioni della Borsa di Milano. Recce'd non condivide tutte le conclusioni, ed in particolare non ci vede niente di "separatista" nell'atteggiamento di una Germania che, messa alle strette, semplicemente non ha più spazio di manovra. 

Ma Recce'd ritiene l'articolo molto utile per ricapitolare quali sono oggi le questioni più rilevanti, alcune delle quali abbiamo evidenziato in grassetto. Concludiamo con una osservazione sulle parole di uno studio di Banca d'Italia pubblicato ieri, studio che sostiene che (come riferisce La Repubblica):

Al culmine della crisi, le banche italiane hanno comprato a mani basse Bot e Btp, assorbendo quanto svendevano gli investitori stranieri. Cosa sarebbe successo se non l'avessero fatto (...)? In realtà, agendo da operatori in controtendenza, le banche italiane hanno impedito che una reazione dettata dal panico travolgesse il paese, per ragioni assai più psicologiche che economiche. 

A noi di Recce'd non piace (per nulla) questo modo di giustificare a posteriori ogni cosa, ogni atto, ogni scelta, dicendo che dall'altra parte c'era il baratro. Succede anche in tutti gli altri Paesi Sviluppati, ed è dovunque, a nostro avviso, un atteggiamento che distorce la realtà. Restiamo al caso Italia: acquistando i Titoli di Stato, di certo le banche hanno ottenuto tre risultati: salvare QUESTO assetto politico-istituzionale; spostare in là nel tempo problemi economici di natura fondamentale, e soprattutto stringere le banche commerciali ancora di più al settore pubblico, allontanandole invece dal settore privato al quale dovrebbero appartenere essendo Società di diritto privato. Non ci tranquillizza per nulla: su questo punto siamo in tutto e per tutto d'accordo con Weidmann, non è in questo modo che si aumenta la stabilità delle aziende di credito italiane.

In Recce'd non siamo per nulla sicuri che questi tre effetti vadano a migliorare il benessere (welfare) del pubblico in Italia: e dubitiamo invece che facciano il bene di alcuni individui a scapito di altri.