Giappone: la crisi è entrata nella seconda fase
Lo scorso 26 luglio, in questo Blog, pubblicammo il primo Post di una lunga serie, dal titolo "Giappone: da lì arriverà la prossima crisi". Quando parliamo, e scriviamo, di standard più elevati di servizio al Cliente, noi di Recce'd ci riferiamo proprio a questo: noi di Recce'd consideriamo questo come il nostro mestiere.
L'attività di un advisor, sia che faccia parte delle Reti sia che lavoro in modo autonomo dalle Reti, crea valore per il Cliente se, e solo se, è in grado di anticipare i movimenti e le opportunità di mercato. Per leggere il giornale, non serve un advisor: e di certo, se si vuole operare sul portafoglio in modo da trarre qualche beneficio dalla crisi del Giappone (oppure anche soltanto gestire i rischi che ne derivano per il portafoglio), adesso è tardi, andava fatto sei mesi fa.
Adesso, si deve già guardare oltre: questa crisi si è messa in moto, probabilmente non scoppierà domani (Abe ha ancora qualche proiettile da sparare, come la politica fiscale), ed oggi è necessario concentrarsi su quella che sarà la seconda fase, che inizia oggi: perché questo livello di cambio, più i tassi negativi, più il debito pubblico, più la recessione, tutto questo insieme il Giappone non lo può sostenere. Ci sono solo due alternative, un intervento di Kuroda oppure un'azione coordinata internazionale.
Due veloci domande per concludere:
1. Tutti quelli che per tre anni ci hanno garantito che Abenomics ed il QE avrebbero dato risultati spettacolari per gli investitori (alcuni con argomenti che erano autentiche ... baggianate), adesso si decideranno a cambiare mestiere?
2. E tutti quelli che ci spiegano che "bisogna investire per il lungo termine" di fronte a un fatto di questa portata che cosa hanno da raccontare? Che un grafico come quello qui sotto non cambia nulla nei "rendimenti attesi"? Ma sanno di che cosa parlano?