Helicopter money e velocità della moneta: quello che tutti dimenticano
Oggi Jeff Gundlach, che è un gestore di portafoglio tra i più qualificati ed esperti, ci dice sul Wall Street Journal di andare LONG (ovvero di comperare) obbligazioni perché la Federal Reserve sarà costretta a ricorrere allo strumento conosciuto come helicopter money (l'espressione è del Nobel Milton Friedman) che si può tradurre in italiano nel modo seguente: la Banca Centrale, constatato che le banche commerciali non creano nuovo credito ma accantonano il denaro a riserva, si rivolge direttamente al pubblico e dall'elicottero getta denaro a pioggia sull'economia, saltando le banche.
E' la misura della disperazione: visto che il QE ha fallito ovunque, diventa un argomento di dibattito perché i Banchieri Centrali, disperati e con le spalle al muro, potrebbero essere tentati dal fare "qualsiasi cosa" (per citare il tanto celebrato Draghi). E per questa ragione, se ne discute negli uffici, nei salotti e sui giornali anche in Europa ed anche in Giappone.
In Recce'd siamo d'accordo con Gundlach sull'analisi e sulle conclusioni: non sulle implicazioni operative. Ci sembra che pochissimi, tra quelli che ne discutono, si rendano conto di omettere, nei loro argomenti, un elemento decisivo.
Il rapporto tra la quantità di moneta esistente, circolante, e il numero di volte in cui questa moneta viene scambiata tra gli operatori si chiama velocità della moneta. Questo rapporto storicamente si colloca, negli Stati Uniti, poco sotto 1,8: alla fine degli anni Novanta salì a 2,2 (grafico sotto), mentre oggi è sceso sotto 1,5. Questo calo si registra perché le banche commerciali invece di utilizzare la nuova moneta creata dalla Banca Centrale per fare credito ad imprese e famiglie, la depositano presso la Banca Centrale per avere maggiori riserve. Per le banche, dopo il 2009, è stato molto più semplice fare i bilanci aspettando che salissero i prezzi dei Titoli di Stato, sedute in comode poltrone. Il fenomeno è ancora più evidente in Eurozona ed in Giappone.
Se vi chiedete perché, dopo cinque anni di creazione di moneta a ritmi forsennati da parte di tutte le Banche Centrali, nel mondo Sviluppato non si vede inflazione, la ragione è questa.
Grazie al crollo di questo rapporto, Bernanke potè arrivare alla fine del proprio mandato senza pagare alcun prezzo per le sue disinvolte politiche di QE (mai testate prima); lo pagheremo poi noi più avanti. Grazie a questo crollo, oggi Draghi e Kuroda possono ancora affermare che le loro politiche di QE non hanno danneggiato l'economia.
Ma ora, quella fase si è chiusa. Lo abbiamo già sottolineato molte volte.
Per il futuro, quindi, è necessario chiedersi anche cosa garantisce che la velocità della moneta rimanga così bassa. Un aumento del livello dei prezzi, di natura esogena (petrolio) oppure endogena (salari) costringerebbe il pubblico a scambiare più moneta. E come vedete tutti facilmente, in questo modo avremmo messo in moto un meccanismo che moltiplica l'inflazione.
Per questo, mentre Jeff Gundlach dice di andare LONG sulle obbligazioni, noi oggi sui nostri portafogli modello facciamo l'opposto.