Oltre il rimbalzo

Lo scorso 10 febbraio, in questo Blog, ci chiedevamo nel Post "Strategia di investimento 2016: cosa c'è dopo il rimbalzo?", ci chiedevamo quali sono i temi che avrebbero dominato, sui mercati azionari, una volta che si fossero raggiunti determinati livelli tecnici. Ad un mese di distanza, con lo S&P 500 che fa il suo test della quota psicologica di 2000 punti, il tema resta di grande attualità.

E vi chiariamo che da un lato, ovvero per il medio termine, le nostre valutazioni restano le medesime di inizio anno, quelle che avete letto con dettaglio anche in questo Blog e che potete ritrovare con estrema facilità anche leggendo il grafico qui in basso.

Nel breve però la nostra valutazione è più complicata, come sanno bene in nostri Clienti che vendo i movimenti fatti sui nostri portafogli: chi ci segue, sul Blog, oppure nel The Morning Brief, ovvero nel The Portfolio Edge, oppure anche su Soldi On Line, conosce già alcuni elementi di valutazione, che elenchiamo qui di seguito:

  1. il dato più forte è la prudenza emersa tra gli operatori in Febbraio: circolano molte opinioni negative, specie tra le banche globali: diciamolo in questo modo, il pessimismo adesso è "di moda", e questo per gli indici è un segnale positivo e non negativo
  2. il secondo dato forte è che i dati fondamentali, i dati macroeconomici, sono meno peggio del previsto: specie quelli degli Stati Uniti; per il momento, l'Europa non è (ancora) in crisi, e la sola vera area critica oggi, ovvero nel breve termine, è l'Asia
  3. il petrolio, fattore di disturbo per l'intero 2015, ha smesso di scendere: e come tutti ormai sapete a nostro parere è più probabile un ulteriore recupero, della discesa sui 20$ che molti vedevano solo due mesi fa (che ha poi provocato l'attuale short squeeze)

Per queste, ed altre ragioni ancora, siamo molto attenti e molto flessibili nella gestione del rischio equity nei portafogli: monitoriamo ogni giorno utili, crescita, tassi, valutazioni ed ogni altro dato, ma allo stesso tempo riteniamo che sarebbe del tutto sbagliato ignorare la psicologia degli investitori, dopo due mesi di così esasperata turbolenza.