Dieci anni di indici negativi (parte 7): contro Warren Buffett

Chiariamo subito: non si tratta di Recce'd. Non siamo noi ad andare contro Warren Buffett, che è così tanto distante da noi in tutti i sensi da rendere assurdo anche solo il pensiero.

Se citiamo questo grandissimi gestore di portafoglio, probabilmente il più noto ed anche quello più di successo del XX secolo, è perché il tema dello "investire per il lungo termine" torna quasi ogni giorno, riproposto senza soluzione di continuità dai media e sopratutto dai venditori. Ai venditori delle Reti, quella ricetta fa comodo (in una versione ultra-semplificata) perché nessuna scelta è mai sbagliata "definitivamente", c'è sempre un lungo termine in cui tutto recupera, i risultati non contano perché contano solo quelli di lungo termine, e chi nel breve  e medio termine modifica i portafogli è vittima dell'emotività, ed è quindi destinato a perdere soldi.

Perché allora perdere tempo ad informarsi, a raccogliere notizie, a fare valutazioni, perché mai seguire ogni giorno i mercati, se tanto "conta solo il lungo termine": ed infatti le Reti di vendita incontrano il Cliente solo "ogni qualche mese", perché tanto "non succede mai nulla di importante".

I Clienti di queste Reti di vendita hanno avuto brutte sorprese nel 2015, e ne avranno purtroppo per loro di peggiori nel 2016, che sarà senza dubbio un anno di alta volatilità e numerose sorprese: tutto andrà bene tranne il "consenso" e lo stare "fermi ad aspettare la marea".

Ma torniamo a Warren Buffet: un grande investitore, che ha saputo interpretare al meglio le condizioni economiche e finanziarie degli anni in cui ha operato. Il suo grandissimo successo deve essere collocato, inevitabilmente, nel contesto degli Anni dai Cinquanta del secolo scorso al Duemila. Tutti sanno, ad esempio, che dal 2008 ad oggi, ovvero in otto anni, la performance di Buffett è identica a quella dell'indice S&P 500, indice che il Grande Maestro riuscì regolarmente a battere per decenni. Lo potete vedere anche nel grafico che accompagna questo Post.

Non siamo noi che andiamo contro Warren Buffett: nel mondo, e da anni, sono moltissimi a mettere in dubbio la validità di strategie "per il lungo termine". Ad esempio, uno studio recentissimo della Università di Yale, recentemente pubblicato, e che fa parte di una più ampia letteratura dedicata proprio alle strategie di gestione dei portafogli in titoli, dimostra con la statistica che la strategia buy-and-hold  è perdente, se messa a confronto con una strategia (meccanica anche in questo caso: e quindi diversa dalle nostre strategie) che entra ed esce dal mercato in funzione dei livelli di volatilità. Chi fosse interessato, ne può ricevere da noi una copia in formato PDF scrivendoci.

In questo studio c'è una grande lezione, ovvero che nessuna ricetta è buona per tutte le stagioni: i mercati sono cambiati, in modo drammatico, dopo il Duemila, ed è chiaro a tutti (anche allo stesso Buffett, a nostro parere) che sono necessarie tecniche nuove e strategie innovative per navigare i nuovi mercati. Replicare oggi le strategie di Buffett di cinquanta anni fa avrebbe le medesime probabilità di successo che attraversare l'Atlantico con le Caravelle solo perché con le Caravelle Cristoforo Colombo arrivò in America.

In conclusione: quando Buffett tanti anni fa diceva di investire sempre con un orizzonte minimo di cinque anni, si riferiva ad un mondo, e ad un mercato, che non esistono più. Recce'd è un gestore di portafoglio, e non un day trader: le nostre operazioni sui nostri portafogli modello sono impostate con orizzonti di verifica di mesi, e trimestri, e semestri, ma non di giorni. Ma se vi affidate a strategie con orizzonti pluriennali, state affidando il vostro denaro alle Caravelle di legno vecchio, in un mare in forte tempesta.