Strategia di portafoglio 2016 (parte 3): poco da aggiungere
Rispetto al precedente Post di questa serie (26 febbraio), abbiamo poco da aggiungere. La nostra strategia di portafoglio ha incontrato una serie di conferme in questo 2016, che per i nostri portafogli modello potrebbe risultare, viste le premesse, un anno di massimi assoluti in termini di performance. Allo scopo di non ripetere qui cose già scritte, e molto facilmente accessibili utilizzando un motore di ricerca (come Google o altro), ripetiamo un suggerimento: tornate indietro di qualche settimana in questo Blog, e di leggete in particolare i Post di due serie:
- la prima serie aveva per titolo "Un primo sguardo al 2016: cinque domande a cui rispondere subito" e risale allo scorso novembre e dicembre
- la seconda serie aveva per titolo "Il punto 2016" ed è stata pubblicata a cavallo del Fine Anno 2015
Prima delle riunioni di marzo delle Banche Centrali, attesissime almeno a sentire i media ma a nostro pare del tutto inutili per chi deve gestire il portafoglio (non potranno modificare il quadro che si è venuto formando tra gennaio e febbraio) passiamo rapidamente in rassegna le conferme che il mercato ci ha portato, in questo 2016:
- per l'equity, è l'anno del rischio: il rimbalzo (di cui noi vi abbiamo scritto circa un mese fa) c'è stato, ma resta il rischio, e non il rendimento, il fattore decisivo per i prossimi mesi;
- le valute sono al centro di tutto: via avevamo segnalato fin dalla metà del 2015, lo yen come elemento chiave e punto critico del quadro internazionale, ed è stato così; sapete anche quali sono i nostri dubbi sul tema "dollaro forte";
- materie prime: si è fermata la discesa dei prezzi,e in questo momento dell'anno sembrano assurde certe previsioni fatte in dicembre che vedevano il petrolio a 20$;
- economie reali: via abbiamo scritto decine di volte che un certo "ottimismo della crescita economica" è un ottimismo obbligato, perché chi scrive quelle cose deve per forza fare vendere quote di Fondi Comuni long-only; la realtà è che quella crescita NON ESISTE, è sufficiente guardare ai dati; interessante invece quello che potrebbe succedere sul fronte dell'inflazione
- utili aziendali: anche qui, abbiamo scritto in tutte le sedi, e centinaia di volte, che era inevitabile una revisione al ribasso delle aspettative, che è in corso:
- banche centrali: è già in corso, da un anno, una radicale revisione sia delle loro politiche sia del loro ruolo, che NON è mai stato quello di "guidare i mercati finanziari verso l'alto" (quella è la grande sciocchezza del periodo 2012-2015);
- politiche fiscali: non ci sono i soldi, che ne parliamo a fare? Dal Giappone agli USA all'Italia, gli Stati annegano nel debito e solo le Banche Centrali compiacenti ne hanno evitato il default dopo il 2007-2009
- grandi banche globali: la crisi è partita già nel 2014, oggi i segni sono così evidenti che i titoli sono i più penalizzati in tutte le Borse del mondo
- mercato del risparmio e servizi di gestione: per il Cliente che investe, è arrivato il momento in cui farsi almeno due domande: mi rivolgo ad un advisor adeguato a questi mercati? utilizzo strumenti finanziari adeguati a questi mercati?
Il quadro, a noi sembra chiarissimo. Le opportunità per fare soldi da qui a dicembre sono molto grandi. Specie se hanno ragione quelli che dicono che "per i maggiori indici di mercato, ci aspetta un anno a rendimento zero".
Ma i più attenti avranno certamente notato che manca qualche cosa, nell'elenco qui sopra, ed è qualche cosa di importantissimi. Ed allo stesso tempo è qualche cosa in cui noi di Recce'd non vediamo affatto chiaro.
Le obbligazioni sono il grande dubbio: e la maggiore preoccupazione. Politiche monetarie irresponsabili hanno creato le condizioni per cui si è riversata sul mercato (nei portafogli degli investitori finali) una valanga vera e propria di carta di bassa (o nessuna) qualità. Tenuta poi a forza nei portafogli dalle politiche di tassi ufficiali negativi, che costringono molti alla "caccia al rendimento" (caccia alla quale Recce'd si guarda bene dal partecipare, da sempre). A seconda di ciò che succederà per primi otto punti elencati qui sopra, vedremo se questo fragilissimo equilibrio può tirare avanti ancora qualche mese, oppure se salterà tutto per aria.
Nel secondo caso, si salvi chi può: come ha dichiarato un esperto gestore di portafoglio "I think unless policymakers come up with a way of providing more liquidity we're going to see much lower multiples even if the growth or the earnings are OK." But he doesn't think it's going to be "OK" thanks to the rising dollar and the end of quantitative easing. And that means there will be big sections of the capital markets that become un-tradeable. Already lower liquidity is hurting high yield bonds and emerging markets credit. "You can barely sell EM equities," he said.
Leggete bene quella parola, "un-tradeable": questa è la grande sfida 2016 per il vostro portafoglio, e per tutti i portafogli titoli e Fondi, perché è importante saperlo oggi e non quando lo leggerete in prima pagina sul vostro quotidiano.