Consulenza finanziaria nel 2016 (parte 6): il capitale umano
Qualche giorno fa, nel Post precedente della medesima serie, abbiamo segnalato come le cose stiamo procedendo in modo non più arrestabile, ma con velocità differente da una parte e dall'altra dell'Oceano Atlantico. Molto più incisivi gli americani (come sempre), molto più lenti e rallentati dalle piccole convenienze "di condomino" gli europei. Affidarsi alle riforme della normativa, in Italia, è tradizionalmente una scelta poco efficace: al tempo stesso, però, rimanere fermi e passivi è una scelta perdente. Il Cliente investitore può fare, e può fare molto.
E può cominciare diventando più attento ed esigente: e pretendendo standard di servizio più elevati. E' arrivato il tempo di farla finita con analisi pasticciate, ricette "tradizionali della nonna", coi consigli "dell'amico dell'amico": la consulenza è una professione complessa quanto quella del medico, dell'avvocato oppure dell'ingegnere, non la può fare chiunque e non si può fare "ad orecchio" oppure perché la si fa "da tanti anni". Non si riesce davvero a comprendere perché, in questo settore, si accettino consigli da tutti, anche da chi fino a ieri faceva un altro mestiere, oppure da chi mette i numeri dentro una macchinetta e ne tira fuori un portafoglio.
Tocca quindi ai Clienti esigere di più: il consulente va incalzato giorno per giorno, sulle singole scelte e sugli elementi che le supportano; va messo a confronto sui risultati (non quelli tra 5 anni: quelli del 2015 e del 2016). E fa una grandissima differenza, dal punto di vista del Cliente, sapere se il proprio portafoglio ha guadagnato perché "i mercati hanno rimbalzato", oppure perché il consulente ha fatto alcune scelte, esplicite, a favore di questo oppure quell'investimento. Fa tutta la differenza: e lo vedete ogni volta che gli indici di mercato crollano. I nostri portafogli, che sono stati costruiti in modo tale da risultare coerenti con quanto prescritto dalla normativa UCITS III per la gestione dei Fondi, creano valore per il Cliente perché la strategia con cui li gestiamo è in grado di generare rendimento assoluto con un rischio controllato: oggi tutti scrivono di "rendimento assoluto" e di "flessibilità", ma non saprebbero neppure spiegare il loro processo di investimento. Chiedete e verificate.
Come molte altre volte è successo, in Italia la riforma dovrà partire dal basso: dal Cliente investitore, che dovrà cominciare ad esigere un supporto più qualificato, non di vendita ma di scelta, quotidiano, analitico. Che dovrà esigere che il background e le esperienze del suo consulente non siano quelle di un venditore o di un divulgatore, ma siano invece quelle di chi si fa chiamare "gestore" perché conosce il significato del "gestire un portafoglio", conosce le tecniche, le valutazioni e le strategie. Chi manca di questi requisiti, chi viene da altre professioni, semplicemente non è un consulente: vi sta vendendo un "pacchetto" preconfezionato, e nei momenti di stress non saprà come reagire, e non si farà trovare da voi.
Per questo, la nuova App di Recce'd, disponibile dal giorno 11 marzo nella versione per iPad, farà la differenza: ogni giorno, ogni ora, il Cliente potrà verificare che gli standard di servizio elevati che Recce'd si è data sono sempre rispettati, e sono sempre a disposizione del Cliente. Ci troverete sempre, ci troverete dovunque vi troviate, e quando ne avrete necessità.