Problemi strutturali e soluzioni congiunturali (parte 1)
Detto che la nostra strategia di portafoglio resta incardinata sulle valutazioni fatte a fine 2015, rispetto alle quali non ci siamo spostati (dettagliata in una serie di Post iniziata il 26 dicembre 2015); e detto che i mercati finanziari in questo 2016 resteranno sempre volatili, nervosi e contraddittori, sarà bene fare chiarezza e distinguere i problemi di tipo strutturale da quelli congiunturali.
Come già scritto più volte, anche in questo Blog fino dallo scorso settembre (in una serie di Post), il problema maggiore per i mercati nel 2016 sarà, inevitabilmente, la liquidità, o meglio la mancanza di liquidità, problema che non viene risolto dall'aumento di QE deciso ieri dalla BCE perché la liquidità addizionale della Banche Centrali (Giappone docet) distrugge la liquidità fornita dal settore privato, specie nel comparto obbligazionario. Il secondo maggiore problema del 2016 sarà la crescita economica, come ci hanno confermato solo due giorni fa, i dati dall'Asia. Il terzo problema strutturale sono le banche, la cui crisi è internazionale e si allarga ogni giorno.
Tutte cose che abbiamo già detto e scritto. Qui ci sembra utile sottolineare che tutte le cose già dette, sui mercati finanziari, "non macinano più": ed è per questo che noi di Recce'd, nella gestione del portafoglio, insistiamo sulla flessibilità, sempre e comunque, e sullo stare sul portafoglio ogni giorno. I problemi strutturali che abbiamo elencato sopra esistono, sono grandi e condizioneranno i mercati per anni. Detto questo, ci saranno fasi di ribasso e poi fasi di rialzo: ed è solo da lì, dal sapere leggere questa alternanza, che deriva una performance positiva in anni come questi.
Questo molti investitori non lo condividono. Vorrebbero sapere da noi "su che cosa investire oggi per guadagnare a fine anno e non pensarci più". Non abbiamo una risposta per questa domanda: semplicemente perchè quella risposta non esiste. Non c'è mai stata, neppure in passato: ma in un anno come il 2016 è ridicolo pensare di potere dire oggi come finiranno a dicembre gli indici di mercato. E' necessario invece stare sul mercato tutti i giorni, e restare flessibili sempre.
La performance si costuisce così: il più grande errore sarebbe quello di irrigidirsi e di pensare che, siccome la visione del mondo non è cambiata, il portafoglio deve sempre rimanere orientato nella medesima direzione. Fare performance è una cosa del tutto diversa dallo "avere ragione".