Che botta! La crescita del PIL negli USA al 3% (parte 1)
Come vedete dal grafico qui sopra, non ci credeva nessuno: nel nostro piccolo, noi di Recce'd abbiamo scritto in più occasioni, anche in modo pubblico (non soltanto ai nostri Clienti) e fin dal mese di luglio, che alcune sorprese sarebbero arrivate dalla crescita economica, e più volte abbiamo scritto di un 3% per gli USA nel secondo semestre 2016.
Siamo compiaciuti? Certo che si: ma non solo per il fatto di avere azzeccato questo numero.
Siamo compiaciuti perché questo numero ha, ed avrà, la forza di modificare la direzione di molti mercati, e quindi i prezzi di molti asset, di molti investimenti, ed il valore di molti portafogli. I nostri portafogli, i vostri portafogli.
Il mestiere del gestore è solo questo: chi vi dice il contrario vi sta ingannando. La gestione del portafoglio si fa solo così: lavorando ogni mattina, nel modo più metodico, sistematico, disciplinato possibile per capire come andranno, davvero, le cose. Le cose quelle vere, non le statistiche, oppure i grafici sui fogli di carta.
Chi non ha le capacità per fare questo, deve cambiare mestiere: non può gestire i portafogli e non può dare consigli di investimento ai Clienti, se non capisce questi numeri e le loro dinamiche. Perché non capisce, né può capire, come stanno andando le cose, quelle reali, quelle che si toccano. Si va per il meglio oppure per il peggio? Solo quello conta, per i vostri investimenti.
E chi vi racconta che Draghi decide dove vanno i mercati vi racconta una frottola: questi dati, invece, sono quelli che decidono cosa farà Draghi, e Yellen. E questi fatti Draghi non li controlla: si adegua, segue e spesso insegue.
Anche chi vi dice che potete fare scelte di investimento sulla base delle statistiche degli ultimi 20 oppure 30 anni vi sta ingannando: è tempo perso guardare ai rendimenti medi, alla volatilità media, e peggio ancora perdersi dietro a minime deviazioni dalla media, e alle famose distribuzioni "a campana". GDP di venerdì 28, e poi gli occupati di venerdì 4 novembre: sono questi dati a cui bisogna guardare, con attenzione, se si vuole capire dove e quando investire (oppure disinvestire). Per questi dati, ciò che succedeva 30 anni fa conta meno di nulla, tanto per i rendimenti quanto per la volatilità media storica.
Lo stesso vale per chi vi dice che le scelte di portafoglio vanno fatte per il "lungo termine" con la "asset allocation", come se lui fosse stato investito della capacità divina di capire che cosa succede "nel lungo termine" anche se non è capace di comprendere in modo corretto ciò che sta accadendo oggi, proprio oggi, aprendo le finestre e scendendo in strada. Anche quello del "lungo termine" è un consiglio del tutto sbagliato, vista la rapidità con cui si evolve la situazione economica e finanziaria intorno a noi, come vedete ogni giorno.
E infine ci sono poi quelli che vi raccontano che potete investire senza prestare attenzione a questi dati, perché basta tirare qualche riga su un foglio di carta: anche quelli vi ingannano, perché la realtà dei fatti prevale sempre sui disegnini fatti sulla carta.
Chi non capisce queste semplici verità, non ha le qualità per gestire un portafoglio.
Purtroppo, molti oggi lo fanno, grazie alle barriere all'entrata poste dalla regolamentazione di un sistema (l'industria del risparmio) che fino a pochi anni fa non era riformabile: oggi però si sono messe in moto tantissime cose, l'industria del risparmio ha avviato un percorso di trasformazione radicale (disruption) e di disintermediazione, ed alla fine quello che prevarrà sarà la competenza, il contenuto, e la sostanza.
Il gestore è destinato a vincere, sui battaglioni di commerciali, e grazie a questo il Cliente finalmente vedrà messa davanti a tutto la propria convenienza, dopo decenni nei quali è stata sacrificata ai conflitti di interesse.
E per concludere: il nostro compiacimento non nasce dal fatto di averci azzeccato: nasce dal vedere che i nostri portafogli, e quelli dei nostri Clienti, sono ottimamente posizionati, in "favore di vento", dopo il dato di venerdì 28 ottobre, in attesa di vedere quello di venerdì prossimo.