Giovedì decide la Fed: perché la cosa non ha più importanza (parte 1)

Noi di Recce'd abbiamo scritto già tre settimane fa (in un Post datato 23 agosto, e più di una volta nel quotidiano The Morning Brief) che ormai ciò che deciderà di fare la Federan Reserve giovedì 17 settembre è privo di importanza, e noi qui ci riferiamo come sempre alla gestione dei vostri portafogli titoli: l'effetto che doveva esserci c'è già stato, è già nei vostri pressi, e quindi l'esigenza oggi è capire che cosa c'è dopo questa riunione della Fed. Qualche cosa che potrebbe sembrare simile lo ha scritto Goldman Sachs, venerdì, secondo cui la reazione anticipata dei mercati ha prodotto in anticipo l'effetto non di uno solo, bensì di ben tre rialzi dei tassi ufficiali negli USA. Fate bene attenzione, perché sembra che qui da Goldman Sachs arrivi un parere simile al nostro, ma è soltanto un'impressione. Il nostro messaggio dice: per i vostri portafogli, quello che dirà Yellen giovedì non ha più importanza, dovete guardare oltre per fare le vostre scelte. Mentre Goldman Sachs dice una cosa diversa: la Fed di fatto ha già alzato i tassi, perché "le condizioni dei mercati finanziari sono già oggi meno easy e più restrittive", come si vede grazie al grafico qui in basso.  Sottostante a questa affermazione di GS si vede un tema molto conosciuto: ovvero che l'indice S&P 500 al livello di 2150 era sostenuto da forti motivazioni, una cosa che come sapete noi in Recce'd non condividiamo (ed infatti i nostri portafogli modello erano SHORT già il giorno 1 gennaio 2015 e lo sono anche oggi). Goldman dice: il fatto che i mercati sono scesi è in sé una cosa cattiva, negativa: e quindi visto che i mercati siano già scesi significa che la Fed non ha più alcun bisogno di alzare i tassi. La visione delle cosa, in Recce'd, è opposta: il ribasso di molti indici di mercato nelle ultime settimane è un segno della fragilità dei rialzi precedenti, e questa fragilità è la stessa anche oggi a questi livelli di prezzo. Se chi aveva comperato in Borsa lo aveva fatto illudendosi che "la Fed farà salire i mercati finanziari PER SEMPRE", beh ... ha fatto una grave sciocchezza. In poche settimane, abbiamo visto con che velocità i rialzi costruiti su basi così fragili possono essere cancellati: un anno e nove mesi di rialzi di Borsa azzerati, come avete visto in più di un grafico, nel nostro Bollettino quotidiano The Morning Brief. Il più grosso rischio, oggi, per voi che investite sui mercati (azioni, obbligazioni e valute) è proprio quello di continuare a ragionare sulla base di quella impostazione, di quella visione del mondo, che ormai è superata dai fatti. Quella visione non esiste più, se non nella testa di chi continua a scrivere che "tutto tornerà come prima, perché le economie crescono e Draghi continuerà a stampare moneta". A questi suggeriamo di aprire finalmente gli occhi, e svegliarsi: le economie NON crescono, neppure dopo otto anni di disperato pompaggio di nuova moneta, e quanto a  Draghi i mercati hanno già risposto, tutti in coro, con qualche cosa che potrebbe somigliare ad un "chissenefrega". Per finire, se proprio qualcuno volesse insistere con l'argomento dello "aumento degli utili" basandosi sulle "aspettative degli analisti", vi sarà facile rispondere che per la Eurozona nel 2014 le stime sono scese da un +15% a zero, e poi di nuovo per il 2015 sono già scese dal +14% al 5%, mentre negli USA per il 2015 sono sotto lo zero.  Quindi potete chiedere: "ma di che aspettative mi state parlando?". 

Mercati oggiValter Buffo