Giovedì decide la Fed: perché la cosa non ha più importanza (parte 2)

Si sono mobilitati in milioni, per dire a Yellen di non alzare i tassi giovedì prossimo, 17 settembre: ovviamente tutte le banche globali, da UBS a JP Morgan, da Goldman Sachs a BNP Paribas, da Credit Suisse a Barclays, un coro unanime di "ricerche" ha spiegato che "non siamo ancora pronti per il primo rialzo dal 2006". Non ci può essere un segnale più forte, un dato di fatto più solido a cui appoggiarsi, per toccare con mano quanto è stato scarso il successo di sei anni di QE negli Stati Uniti (del Giappone e di Eurozona non è neppure il caso di parlare, parlano i fatti). Torniamo alle banche globali: è trasparente il timore che vengano colpiti i loro interessi ed i loro bilanci, essendo state proprio loro le uniche beneficiarie di una politica monetaria centrata sull'inflazione dei mercati finanziari. Al coro però si sono unite anche figure non del tutto legate alle sorti delle banche globali, come alcuni ex-membri della Fed, un ex-Ministro del Tesoro come Larry Summers, e persino il Capo del FMI. Che cosa temono? Che pericoli vedono? Che interessi difendono? Ma soprattutto: come può fare così tanta paura, diremo terrore, un modestissimo rialzo dopo ben sette anni di ZIRP; la politica dei tassi a zero? Semplice: sono tutti consapevoli che le cose non vanno così bene, che la "ripresa" non c'è e che la politica seguita fino ad oggi ha dato pochi risultati ma creato grandi rischi. Noi in Recce'd abbiamo da tempo suggerito di partire proprio da qui, per decidere come investire i propri risparmi, proteggere il proprio patrimonio dai futuri momenti di volatilità, e generare rendimento dai propri investimenti senza mai andare dietro al gregge oppure affidarsi ai titoli dei giornali e dei TG. Passiamo dalla teoria alla pratica: noi abbiamo già fornito, in alcuni Post precedenti (ad esempio, il 19, 22 e 29 agosto e poi il 5 settembre, tra gli altri), indicazioni concrete sulla gestione dei portafogli, per affrontare la parte finale del 2015 con minore ansia ed apprensione, ma anche per fare profitti sfruttando gli squilibri che abbiamo visto e la inevitabile fase di riordino (più o meno turbolenta) che i mercati attraverseranno. Per non ripeterci, vi rimandiamo a questi Post dei mesi di agosto e settembre: qui ci limitiamo a spiegare perché Recce'd ha scelto proprio il titolo che leggete in alto.  La ragione è che Yellen ha spiegato al mondo intero, fin dal giorno del suo insediamento, che la politica di Bernanke non poteva più continuare, perché avrebbe portato la Fed e l'economia fuori controllo; Yellen ha imboccato, fin dal gennaio 2014, la strada della "normalizzazione", e non tornerà indietro solo perché, dal gennaio 2014 ad oggi, la Borsa di New York non solo non è asilata ma è addirittura in calo; Yellen infatti ha spiegato al mondo intero che la Borsa di New York non è più la prima preoccupazione della Fed. E questo non cambierà certo giovedì: forse Yellen annuncerà il primo rialzo dicendo che poi non ne farà più, oppure Yellen annuncerà che il rialzo è rinviato di qualche mese usando parole di cautela, ma il fatto è che la fine di una fase è ormai conclamata, la "Greenspan put" poi diventata "Bernanke put" non esiste più, e quelli che insistono sul fatto che "la Fed farà salire i mercati PER SEMPRE", sono solo gli ingenui oppure quelli che hanno obiettivi di vendita che non coincidono con i vostri obiettivi di rendimento.

Mercati oggiValter Buffo