Opportunità del secondo semestre (2). La Borsa di Milano e il ritorno alla realtà

La Borsa di Milano ha chiuso, venerdì 3 luglio, al medesimo livello di 13 mesi prima (con in mezzo un livello di rischio pazzesco): non solo non si vede "il trend" a cui molti si ostinano ad aggrapparsi, ma lascia senza parole l'insistenza di molti operatori (commerciali, certo: ma anche Case di Fondi) sui destini della Borsa milanese, che è "dead money" da 13 mesi, oltre che da 5 anni. Nella prima parte del 2015 la novità era il QE della BCE, ma purtroppo si è trattato di una spinta di breve periodo: ora l'investitore ha la necessità di rivalutare questo investimento, e di capire più a fondo quali sono le motivazioni di chi continua a spingere sull'equity in Italia. Alcuni insistono sul fatto che le valutazioni sarebbero più basse di quelle negli USA, ma a noi risulta un po' difficile capire come un argomento simile possa reggere: la differente valutazione potrebbe essere spiegata dal differente sottostante; oppure: l'equity USA potrebbe semplicemente essere troppo caro. A questo punto entrano in scena quelli che dicono che l'economia è in ripresa: e qui abbiamo il vantaggio di vivere in Italia, e quindi di potere semplicemente aprire la finestra e misurare ogni giorno quanto è forte la ripresa. Chi dice che c'è la ripresa, Governo a parte? Alla fine, si ricade sempre lì: si torna a Draghi e al "supporto del QE ai mercati". Una scommessa al buio, una scommessa azzardata, una scommessa che noi di Recce'd non facciamo e non consigliamo di fare: come argomento a favore, è troppo rischioso, troppo debole per resistere alle pressioni di un mercato ed un'economia internazionali che sono molto, ma molto, più complessi di così. Lo abbiamo visto appena 12 mesi fa, nel 2014, e grazie a quello il nostro portafoglio RNI ha battuto la concorrenza. A chi vi consiglia l'equity Italia, chiedete almeno di chiarire bene quali sono le sue motivazioni.