Il Treasury a 2,25% e la Borsa a -10%

Dei due dati del nostro titolo, uno si è verificato oggi 2 giugno, l'altro no. Anzi, diciamo meglio: il secondo non si verifica da 930 sedute. Perché associamo i due dati nel titolo? Per affrontare il tema (molto delicato) della psicologia dei traders, ovvero degli operatori professionali che agiscono dai desk delle banche globali. Su di loro, esercita il massimo effetto la psicologia del gregge (di cui abbiamo detto in un Post di un mese fa): vanno tutti dalla stessa parte. Le cause sono numerose, e non vogliamo dilungarci qui. I mercati di oggi 2 giugno ci offrono però uno spunto interessantissimo: come ricorderete, quando il Bund decennale rendeva 0,10%, tutti erano ottimisti. Ora, che il Bund è vicino allo 0,70% (ed ha perso 6 punti di prezzo), si ragiona in modo molto diverso: viene utilizzata più spesso la parola "rischio" e la parola "cautela", e sono invece spariti quei docimenti iper-ottimisti dove si sosteneva che "per anni" i tassi sarebbero rimasti schiacciati a zero. Perché è utile riflettere su questo fatto? Perché da almeno due mesi circolano a centinaia gli articoli e le "ricerche" che parlano della correzione del 10% della Borsa di New York (da cui il titolo): il tono con cui se ne parla è leggero, quasi giocoso. E' implicito, per la maggioranza di questi, che dopo un calo del 10% l'indice di Borsa si riprenderebbe immediatamente. Bene, allora vi suggeriamo di riflettere sulle obbligazioni: perché a 2100 di S&P 500 tutto il mondo è ottimista, ma a 1850 punti tutti ragionerebbero in modo diverso. Persino i traders. E diventerebbe più difficile capire dove andrà, dopo, il mercato.