Il Giappone potrebbe saltare?
Nelle ultime quattro sedute il cambio dello yen contro USD è sceso da quota 120 a quota 125, superando così i livelli minimi degli ultimi otto anni. Chi ci legge con attenzione, ricorderà che la Confindustria giapponese si era opposta pubblicamente, un mese fa, ad un ulteriore deprezzamento della valuta, chiedendo di bloccare la politica monetaria di Kuroda. Qualcuno forse ricorderà anche un nostro Post, sul Giappone, che era parte della serie dedicata ai quattro maggiori rischi per i mercati finanziari globali. Nel frattempo, il rischio Giappone è cresciuto: i risultati più recenti delle aste dei JGBs, i Titoli di Stato giapponesi, sono stati deludenti ("Today's 10Y JGB auction saw the lowest bid-to-cover ratio since Feb 2009 at just 2.24x with a notable tail of 1.1bps (the widest since March) as it appears once again, the total dissolution of liquidity from the largest bond market in the world has left the BoJ and Ministry of Finance losing control. The reaction is dramatic with 5Y through 30Y yields up 5-8bps, and 10Y +8bps at 47.6bps - the biggest absolute jump in yields in 2 years; leaving 30Y yields at 2-month highs above 1.49% and 10Y yields at 6-month highs. "), il mercato secondario delle obbligazioni è da tempo in asfissia, ed è provato che la debolezza del cambio non aiuta l'export e comprime i consumi interni. Del debito pubblico è inutile ripetere cose che ormai sanno tutti e della Borsa è inutile parlare perché è come il cane di Pavlov, sale solo se il cambio scende, e la comprano solo i giapponesi. Una serie di dati macroeconomici che usciranno domani 29 maggio (tra i quali l'inflazione e la spesa per consumi delle famiglie) potrebbero mettere in moto una reazione a catena. A preoccupare è soprattutto la psicologia del mercato: il Giappone oggi non è in grado di reggere ad una eventuale crisis di fiducia da parte dei mercati internazionali.