The everything bubble: quando ne parla la Fed

Si parla così tanto di bolla, nelle ultime settimane, che viene quasi da pensare che la bolla non esista. Noi di Recce'd non parliamo di bolla: noi non ci occupiamo di politica né di filosofia, ci occupiamo di portafogli e di performance. Noi facciamo scelte di investimento per i nostri Clienti, e utilizziamo strumenti sofisticati di calcolo per valutare gli asset, lasciando ad altri discorsi più generali e generici. Tuttavia, non possiamo permetterci di non porre attenzione a ciò di cui si parla sui mercati. E nelle ultime settimane abbiamo notato che di bolla ora non parlano solo più gli outsiders, gli indipendenti: ora ne parla anche chi sta dentro il sistema. Come Citigroup e Bank of America. Ed anche come gli ex membri del Board della Federal Reserve: ieri ad esempio Lawrence Lindsay ha dichiarato quanto segue:

“At some point we’re going to get a series of bad numbers, showing a little higher inflation and the market is going to say ‘on my god, we’re so far behind the curve’ and force an adjustment that is going to be wrenching,” Lindsey said. He predicted that the market disruption would be a “seven or eight” on a scale of 10, which 10 being the worst. Lindsey said the Fed “has almost no credibility” with his clients about its ability to “stay on top of ticking monetary bomb.” While investors are enjoying the good times now, “the market is going to take the Fed and the Treasury curve to task in a very painful way,” he warned.

Con lui è d'accordo Richard Fisher, anche lui ex Board Member:

Former Dallas Fed President Richard Fisher agreed, comparing the Fed to a super tanker loaded with explosive fuel. Like a tanker, the Fed should start slowing down “miles” before reaching its destination, he said.

Noi investitori come possiamo utilizzare queste dichiarazioni, in modo pratico?

Prima di tutto, attivando una verifica di risk management al nostro portafoglio: in uno scenario avverso, quanto perderebbe?

E in secondo luogo, riflettendo su un fatto: oggi tutti parlano di bolla, quasi come se fosse un fatto normale. E quindi sempre controllabile. E' utile allora ricordare che nel 2009 nessuno, neppure le Banche Centrali, sapeva più cosa dire o cosa fare. Quando si è sotto stress, cambia anche il modo di ragionare: e si perde la capacità di decidere. Nessun, nel marzo 2009, avrebbe scommesso un centesimo sul fatto che ne saremmo venuti fuori. E la situazione di panico potrebbe ripresentarsi in un contesto dominato dall'effetto gregge di cui vi abbiamo scritto alcune settimane fa nel Blog.