UBS, J P Morgan, Barclays. E Deutsche Bank e BNP Paribas e Credit Suisse. E tutte le altre.

Ieri sui quotidiani è uscita la notizia cinque "banche globali", e precisamente UBS, J P Morgan, Barclays, Citigroup e RBS, si sono riconosciute colpevoli di reati penali negli USA. Chi vuole capire come funzionava la truffa, che ha fatto guadagnare soldi alle banche e perdere soldi al pubblico degli investitori, può leggere tra gli altri a questo indirizzo: http://www.marketwatch.com/story/heres-how-the-cartel-rigged-the-currency-market-2015-05-20. A questa ammissione di responsabilità penali, si aggiungono da ieri nuove multe per 5,4 miliardi, multe allungano una serie che era già lunghissima: poche settimane fa, ci furono i 2,5 miliardi per Deutsche Bank, e prima Credit Suisse (2,5 miliardi un anno fa), BNP Paribas (9 miliardi nove mesi fa) e Goldman Sachs (1,1 miliardi nove mesi fa), ancora JP Morgan (15 miliardi nel 2014); e tutte le altre "banche globali", nessuna esclusa. A Recce'd risulta incomprensibile, ed anche sconvolgente, la scarsa attenzione che i media riservano a queste notizie: i media italiani e stranieri trattano quasi sempre queste notizie come fatti isolati, incidenti di percorso. Ma la realtà è ben diversa: sia il modo in cui le multe vengono comminate, sia la frequenza dimostrano che anche le Autorità di Vigilanza giudicano che siamo di fronte a un vero e proprio sistema, che regge in piedi i bilanci di queste (costosissime) Istituzioni, un sistema di cui i vertici delle stesse "banche globali" sono del tutto consapevoli. Abbiamo chiaro il fatto che queste grandi Istituzioni dispongono di un vasto potere sui media: eppure, anche così, di fronte alla enormità ed alla frequenza di questi fatti (vi basterà fare una ricerca su Google per vedere che i casi, negli ultimi tre anni, si contano a centinaia) ci lascia sgomenti il fatto che non si registra alcuna reazione. Che cosa accadrebbe se fossero interessati altri settori? Pensate all’alimentare, ad esempio, e a eventuali multe per sofisticazione di prodotti a "produttori globali", colossi come (li citiamo a puro titolo di esempio) Mc Donald's, oppure Danone, oppure Nestlé: ovio che la reazione del pubblico sarebbe enorme, e tutto finirebbe sulle prime pagine dei giornali. Qui niente: nonostante il fatto che queste “banche globali” si siano impossessate, negli ultimi due decenni, di una fetta importante del mercato dei fondi comuni, nessuno fa domande nell’interesse dei risparmiatori, che affidano i loro soldi proprio a queste istituzioni, direttamente oppure attraverso i fondi comuni distribuiti anche in Italia, risparmiatori a cui viene raccontato che le banche globali sono "le più sicure" (nonostante i reati penali da ieri conclamati). Perché nessuno chiede se lo scarso rispetto delle regole tocca anche la gestione dei prodotti finanziari? Possibile che nessuno si domandi se anche per i fondi comuni si utilizza la stessa disinvoltura, anche in questo caso con l'assenso del Board? Vi sembra impossibile che ci siano problemi di irregolarità e sofisticazione dei prodotti di massa che vengono distribuiti anche dalle altre banche, quelle "non globali"? Dobbiamo forse pensare che queste "banche globali" non rispondo al pubblico del loro operato, ma solo all'interno della corporazione di cui fanno parte, ovvero alle Banche Centrali in cui finiscono tutti gli ex Banchieri Centrali? Come sempre, siamo costretti ad augurarci che dall'America arrivi un'onda di indignazione e poi di reazione concreta, che coinvolga dopo anche l'Europa.