Ancora la parola con la "R"
I dati più recenti, per l'economia USA, a cominciare da quello di mercoledì scorso per le vendite al dettaglio, hanno provocato una pioggia di revisioni al ribasso per la crescita del GDP degli Stati Uniti nel secondo trimestre (quello in corso), dopo che il primo trimestre ha fatto segnare un dato negativo. Ormai non ci sono più possibilità di vedere, nel 2015, il superamento di quella soglia del 3% che non viene superata al rialzo dal 2005. Nel nostro piccolo, stimiamo una crescita del GDP inferiore al 2% nel 2015, e questo solo nel caso che non si verifichi un maggiore evento negativo, come sarebbe ad esempio un crash della Borsa del tipo che ha appena colpito i bonds, oppure una crisi in Cina. Si riaffaccia dunque lo spettro di quella parola con la "R" che nessuno vuole pronunciare. C'è però una seconda parola con la "R" che vale la pena di prendere in considerazione, ed è quella usata dall'economia Tyler Cowan sul New York Times: "Reset": nell'articolo (che vi invitiamo a cercare online) l'economista in sintesi dice che non è affatto scontato un "ritorno alla normalità" per l'economia USA. Citiamo qui due brevi frasi:
…there is a much more disturbing possibility that could turn out to be more accurate: namely, that the recession was a learning experience that we haven’t fully absorbed. From this perspective, the radical and sudden changes of the financial crisis were early indicators of deep fragility and dysfunctionality.
Slowly but surely, we may be responding to these difficult revelations by scaling back our ambitions for the economy — reinforcing negative trends that were already underway. In this troubling view, we have finally begun to discover some unpleasant truths. Borrowing a phrase from the University of Toronto economist Richard Florida, it’s possible that we are experiencing a “Great Reset.”