Central Banking nel 2015 (parte 10): ed oltre ...
Ormai, è un vero e proprio diluvio: non passa giorno che un importante quotidiano non pubblichi in evidenza un pezzo critico verso la politica monetaria "non convenzionale", politica in cui ormai nessuno ha fiducia (neppure quelli che scrivono il contrario per spingere ancora nei vostri portafogli i Fondi Azionari).
Oggi, 3 novembre, leggiamo sul Wall Street Journal a firma Bradford De Long, professore alla UC Berkeley, il seguente giudizio su Ben Bernanke:
In the end however, Bernanke did not deliver. Even though the Fed and many other central banks printed much more money than economists would have thought necessary to offset the impact of the financial crisis, full prosperity has yet to be restored. Bernanke increased the U.S. monetary base five-fold, from $800 billion to $4 trillion. But it wasn’t enough. And then, his courage failing, he balked at taking the next leap: more than doubling the monetary base to $9 trillion. In his last years in office, Bernanke was reduced to begging in vain for Congress to institute fiscal expansion. So what went wrong? The answer, as is often the case, depends (...)
Il punto oggi, specie per noi che investiamo sui mercati, è proprio questo: ormai è acquisito che Bernanke ha fallito, ma c'è ancora una totale confusione di idee sul perché, sulle ragioni del fallimento. Ed è per questo motivo che Draghi e Kuroda ancora oggi scimmiottano la Fed di tre anni fa, distribuendo senza risparmio una medicina che peggiora la salute del malato.
Bradford De Long elenca quattro possibili ragioni, alternative fra loro, e sostenute da diversi opinionisti, del fallimento di Bernanke:
- un eccesso di risparmio (savings glut)
- una eccessiva attenzione alla "base monetaria", ovvero ad M3, per intenderci
- un target per l'inflazione troppo basso: avrebbe dovuto essere del 4% e non del 2% come è oggi
- la mancanza di un parallelo stimolo da parte della spesa pubblica
Recce'd su questo punto ha le idee chiarissime, e una linea nota da anni: nessuna di queste quattro è la ragione di un fallimento che peserà sulle economie del pianeta per i prossimi venti anni. La ragione è quella che altri (tra i quali Bill Gross) hanno chiamato "Zombie Economy": la distorsione artificiale dei prezzi sui mercati finanziari produce falsi segnali, sia di quantità sia di prezzo; gli operatori si muovo sulla base di prezzi falsi; il capitale viene allocato in modo improduttivo; ma sopratutto le quote di mercati, nei diversi settori, vengono ingessate, i big players restano big players, non funziona più la selezione sulla base della efficienza. Bernanke ha cercato di dimostrare che il migliore dei mondi possibili è quello che avevamo davanti nel 2007, e lo ripete anche nel suo recente libro, che la cosa migliore era salvare tutto e tutti: purtroppo non è vero. Non solo: è una grande sciocchezza. Si arriverà comunque, nei prossimi anni, alla scomparsa dei dinosauri e all'ammodernamento delle strutture produttive di beni e servizi, ma sarà molto più doloroso così, che se fosse avvenuto per semplice effetto del funzionamento dei mercati. Dovremo necessariamente passare attraverso una fase di "distruzione del debito".