Il gennaio 2016 non sarà simile a quello del 2015 (parte 1)

Più si leggono rassegne di fine anno e scenari 2016, più sale la sensazione che la partenza del nuovo anno sarà la più difficile dal 2008: nessuno trova il coraggio di spendere parole di entusiasmo sulla crescita, e si trovano pochi disposti a spingere ancora sull'equity (scrivono che "Europa è meglio di USA", ma nessuno scrive di aumentare il rischio). Quanto alle obbligazioni, escono da un anno che ha dato risultati modesti (il peggiore da un decennio in termini di performance total return) e anche qui prevale la cautela: tutti scrivono che "sarà difficile ottenere risultati positivi dalle obbligazioni nel 2016". Infine le valute, che vengono da un anno drammatico e stanno per entrare in un anno ancora più caotico. Aggiungete che la Fed ha già deciso di alzare i tassi, la BCE ha "pompato" i mercati in una misura estrema nel 2015, che non potrà essere superata, e la Bank of Japan ha del tutto esaurito le munizioni. In somma: l'ottimismo è esaurito, nessuno spinge su nulla, e agli investitori finali le Reti dicono tutte in coro che "la cosa migliore è non fare nulla, stare fermi e tenere duro perché non ci sono alternative". Attenzione però che anche il "non perdere soldi" è un'alternativa, ed anche molto importante: se i gestori di Fondi, a partire da gennaio, e forse anche da dicembre, vorrano prendere posizioni in anticipo, e tagliare tutte le posizioni sovra esposte rispetto ai benchmarks, vedremmo un gennaio come abbiamo già visto in passato, ad esempio come fu nel 2008.  Noi di Recce'd abbiamo proposte più solide, e più convincenti, del "sottopesare rispetto al benchmark": è proprio a voi, investitori finali, che conviene forse mettere in sicurezza il portafoglio titoli, per sfruttare poi durante l'inverno eventuali nuove opportunità che oggi ancora non si vedono nei prezzi di mercato.

Mercati oggiValter Buffo