Convenzioni e paradigmi

La Grande Depressione che si è avviata nel 2007 con la crisi dei money market funds non si è ancora chiusa, e al contrario è presente oggi, più che due anni fa, il rischio di un peggioramento del quadro (sia finanziario, sia per l'economia reale). Cinque anni di politica ZIRP e quattro anni di politica QE hanno prodotto nulla: ed è giustificato chiedersi, a questo punto, se al di là di evidenti errori di giudizio individuali non sia anche responsabilità di vecchi schemi e metodi, modi di pensare e convinzioni, insomma di un paradigma superato dai tempi. Convinzioni, che molti ritengono di "senso comune" (common sense) quando invece sono solo il prodotto di vecchie teorie economiche e vecchi modi di pensare. Alcuni esempi? Tra i più evidenti degli ultimi anni, c'è l'impulso agli investimenti che arriverebbe dai bassi tassi di interesse (c'è chi sostiene, autorevolmente, che è tutto il contrario), e il fatto che la stabilità favorisce la produttività dell'economia reale e l'incertezza è il peggior nemico degli investitori. Da questo punto di vista, sembra respirare un'aria da Vienna all'inizio del XX secolo.