I mercati nel secondo semestre 2013

I mercati Emergenti hanno subito, nel mese di giugno, un violento deflusso di fondi, e la situazione in Cina si complica progressivamente, sommando alle difficoltà dell'economia reale l'instabilità del settore bancario. Tuttavia, ci sono pochi dubbi sul fatto che la direzione degli indici, nel secondo semestre 2013, sarà decisa dai mercati cosiddetti core e in particolare dalla Borsa degli Stati Uniti, che alla fine del primo semestre è il solo indice (tra azioni ed obbligazioni) ad avere conservato una performance positiva. Per la Borsa USA, un solo dato sarà decisivo, ed è il tasso di crescita dell'economia reale: Federal Reserve e economisti delle banche di investimento hanno "promesso" a tutti per la seconda metà dell'anno una crescita economica molto sostenuta (2,5%-3% annualizzato), ma le basi su cui poggiano queste previsioni a noi sfuggono. Vale la pena di ritornare ad un articolo di John Taylor, pubblicato dal WSJ in gennaio, che iniziava così:

 As they meet this week, Federal Reserve Chairman Ben Bernanke and his colleagues will be looking at an economic recovery that has been far weaker than expected. Early in 2010 they predicted that growth in 2012 would be a robust 4%. It turned out to be a disappointing 2%. And as the recovery fell short of their expectations, they continued and then doubled down on the emergency interventions used in the panic in 2008.

Come si vede, ci sono buone ragioni per dubitare delle previsioni della Federal Reserve: quanto alle banche di investimento, è utile ricordare sempre che le loro politiche di vendita li obbligano a trovare, e poi a difendere, i "temi di investimento".