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Parliamo delle cose serie: parliamo dei baffi di Bolton
 

Per i pochi tra i nostri lettori che non seguono con entusiasmo le vicende della Nord Corea, e del suo leader robustello, oggi noi ricordiamo i fatti del fine giugno 2019, quando Kim incontro Trump nella zona de militarizzata tra le due Coree. “Magnifico” è l’aggettivo che Trump scelse, con uno dei suoi più memorabili Tweet, per definire l’incontro.

Sarebbe eccessivo dire che quell’incontro non significò nulla: perché nella realtà dei fatti significo ancora meno di nulla.

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Non ci interessiamo in modo particolare della politica estera di Trump (e per dirla tutta, neppure dello stesso Trump) se non per ciò che arriva poi a toccare i rendimenti attesi, ed i rischi stimati, di tutti gli asset che compongono il nostro universo investibile.

Con riferimento a questo, la scelta di Trump di licenziare John Bolton a noi sembra legata da un lato ai falliti vertici con la Nord Corea, ai falliti abboccamenti con l’IRAN, ed alle difficoltà diventate pubbliche di recente con riferimento all’Afghanistan; e dall’altro lato ci sembra una anticipazione di ciò che noi vi scriviamo ormai da un mese: arriveranno presto cambiamenti nei ruoli di responsabilità anche nei vari dipartimenti economici dell’Amministrazione USA.

E quelli avranno conseguenze visibili anche sui mercati finanziari.

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Mercati oggiValter Buffo
Boooooooooooooom! Il bazooka (parte 3)
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Ma chi ve lo ha detto? Chi ha indotto la stampa italiana a caricare di attese salvifiche la riunione di giovedì 12 settembre della BCE?

Sono state forse le dichiarazioni di Draghi di luglio? Oppure avete ricevuto tante letterine delle banche di investimento che spingono per gonfiare le aspettative intorno a questo evento?

Leggete il titolo qui sopra (della pur autorevole Banca Pictet) e chiedetevi la ragione per la quale una Banca che si occupa di Fondi Comuni si sgola per urlare che la BCE deve assolutamente fare il QE.

Pictet sta forse pensando agli investimenti delle imprese? Al vostro mutuo sulla casa? Sta pensando al fatto che volte cambiare l’automobile?

Oppure, Pictet come tutte le altre banche si preoccupa del fatto che una buona fetta della carta che ha messo nei Fondi Comuni potrebbe diventare INVENDIBILE nel giro di 24-48 ore?

Chissà cosa passa per la testa di queste persone, quando leggono il titolo qui sotto. oppure quest’altro articolo di Bloomberg.

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Mercati oggiValter Buffo
La situazione è grave, ma non è seria (Ennio Flaiano)
 

La nostra professione, di gestori di portafoglio, ci obbliga anche a fare cose di cui abbiamo poca voglia e ancor meno interesse. Una di queste è seguire i balletti, le peripezie, le evoluzioni da saltimbanco della politica a Roma.

Non sbagliatevi: non giudicate questo un atteggiamento “da snob”. Il punto è che si tratta di una attenzione sprecata, di tempo buttato via: NULLA, di ciò che succede a Roma, ha una influenza duratura e profonda sulle prospettive di rendimento, e sulle misure di rischio, che caratterizzano gli asset nel nostro universo investibile.

Tutto ciò detto, è normale che sia in molti, tra i lettori ed anche tra i Clienti, a chiederci a proposito di ciò che succede a Roma: quanto durerà la tregua?

E che ne sappiamo, noi? Non siamo politologi: ed anche se quotidianamente facciamo almeno una decina di telefonate o Skype a chi di politica ne capisce, come già scritto riteniamo poi che da tutta questa congerie di parole esca poco o nulla di rilevante, quando passiamo alla pratica di costruzione e gestione dei portafogli.

Guardate a venerdì 6 settembre: perché il rendimento del BTp è tornato verso lo 1% da 0,78%? La ragione è una ed una sola: stava salendo anche il rendimento dei Treasuries negli USA. Fine del film: altro che Giuseppe Conte!

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Cercando però di offrire a chi impiega del tempo per leggere il nostro Blog qualche cosa di più concreto ed analitico, richiamiamo la vostra attenzione sul fatto che a Londra due Ministri del Governo di Boris Johnson si sono dimessi in settimana. Ed uno dei due proprio ieri, 7 settembre.

La notizia di ieri si aggiunge alle molte notizie negative per BoJo lette durante la settimana, tra le quali quella dell’immagine qui sopra. Ne riparleremo durante la settimana in The Morning Brief

E qui viene il suggerimento pratico, operativo: che vale per il Regno Unito, ma vale pure per l’Italia: in questa fase storico-politica, perdere molto tempo a seguire quello che dicono i Governi non è una buona scelta, se guardate ai vostri investimenti di portafoglio. Anche se i quotidiani ed i TG ne sono pieni, voi ricordate sempre che la realtà del Mondo non è quello che vedete dentro una “maratona di Mentana”.

Molti anticipano quello che conterrà la prossima Manovra Finanziaria italiana: noi giudichiamo preferibile, almeno fino ad oggi, domandarci se ci sarà una manovra.

Esattamente come sei o nove mesi fa, scrivevamo anche nel nostro Blog che era opportuno chiedersi se ad agosto 2019 avremmo avuto un Governo giallo-verde in Italia. Ricordate, amici lettori?

Mercati oggiValter Buffo
Aspettando i fuochi di artificio di fine estate
 
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Lasciamo al titolo di Bloomberg qui sopra il compito di segnalare, ai pochi lettori distratti di questo Blog, quante siano le similarità tra il settembre 2018 ed il settembre 2019.

Con una sola importante differenza: oggi, la situazione di tutte le economie è decisamente peggiore.

In effetti, abbiamo già scritto e detto tutto ciò che c’era da scrivere e da dire, per arrivare a questo settembre 2019 e non avere timore né incertezze né dubbi sul da farsi.

Al contrario, ciò che era da farsi, lo abbiamo già fatto con le nostre operazioni di giugno, luglio ed agosto sui portafogli dei Clienti.

Ora, non ci resta che rimanere seduti sulla spiaggia, ammirare i fuochi di artificio che chiudono l’estate.

Poi arriverà la vendemmia. Nel 2018, fu ricca, e quest’anno si vedrà.

Mercati oggiValter Buffo
Trump 2.0 e Vittorio Sgarbi
 

Anche la Finanza ha i suoi opinionisti.

Voi lettori, tutti, seguendo la TV nelle ultime settimane avete visto sfilare tutti i più noti “opinionisti” della TV italiana, personaggi che si sono ritagliati uno spazio andando a riempire i vuoti di notizie nelle fase nelle quali, in televisione, è necessario reggere per ore ed ore aspettando la notizia.

Tra questi opinionisti, un personaggio tra i più celebri è Vittorio Sgarbi, che ha scelto di caratterizzarsi come urlatore dal linguaggio forte, che non ha paura di usare le cosiddette parolacce, che attacca, che a volte aggredisce, che non sta ad ascoltare, e che quando gli garba si alza e se ne va. Ci furono anche episodi con schiaffoni, nel passato.

Ci sono numerosi punti si somiglianza tra Sgarbi e Jim Cramer, che alla televisione specializzata CNBC (USA) è diventato un personaggio famoso. Giornalista, si è poi buttato in una serie di iniziative (Fondi Comuni e simili) tutte di nessun successo, per cui oggi si concentra su quello che sa fare bene: intrattenere.

Anche lui è un urlatore, un amante delle iperbole: non insulta, e a differenza di Sgarbi non dice le parolacce, ma è chiaro che è diventato così riconoscibile proprio per la sua veemenza, per i toni di voce elevati, per lo stile … diciamo anticonformista. Potremmo dire che … rompe la noia dei soliti ospiti di CNBC (USA). E quanti giornalisti di Finaza, in Italia, aspirano a diventare un urlatore famoso proprio come Jim Cramer!.

Tutta questa fama però non trasforma necessariamente il nostro Jim in un buon analista, è chiaro: non fa di lui neppure un analista, se vogliamo dirla tutta. Però fa di lui un … ascoltato, un uomo che fa rating di ascolti, e quindi un uomo popolare.

Ne abbiamo già scritto di recente, e ne scriviamo di nuovo oggi. Oggi, la ragione è diversa: il Presidente degli Stati Uniti ha scelto proprio Jim Cramer come opinionista da indicare a supporto delle proprie idee sulla Federal Reserve. Lo leggete sotto nell’immagine.

Il che, a nostro avviso, merita attenzione: perché ci fa capire chi ascolta Trump, come ragionano i consiglieri di Trump, e forse anche come andranno a finire le cose per Trump.

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Mercati oggiValter Buffo