Una leggenda di nome Bogle

 
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Uno dei più grandi, e forse il più grande della sua epoca. Questo è, a nostro giudizio, John Bogle, un uomo che è stato capace di trasformare una sua intuizione in qualche cosa che ha modificato la nostra vita di investitori, ed anche quella degli investitori delle prossime generazioni. Quale è stata, questa sua originale intuizione? Che i Fondi Comuni di Investimento servissero a nulla, se non a pagare le commissioni di chi li vende al Cliente finale.

Jack Bogle, the founder of the Vanguard Group and father of indexing who died Wednesday, didn’t just get the last laugh. He got virtually every laugh. That’s because he bet his entire career and his mutual-fund firm on the notion that the vast majority of active fund managers would be unable to beat a simple index fund. And there was hardly a single calendar year since 1976, when he created the Vanguard 500 Index Fund in which he was wrong. It’s a testament to his vision that the fundamental principal on which he based the index fund is now so widely accepted as to be considered uninteresting — even boring. When he started the fund, that fundamental principle was ridiculed as “un-American” and a “sure path of mediocrity,” according to Vanguard’s announcement of Bogle’s passing. Since 1980, only one of 20 of them (Mutual Funds), on average, has beaten the market. Of course, Bogle enjoyed lots of last laughs, not just over the triumph of indexing. Another was on the overriding virtue of low fees and expense ratios. Unlike what was the case in 1976, now it is widely accepted as self-evidently true that lower is better. And in a backhanded tribute to Bogle, major mutual-fund companies have recently stopped trying to justify higher fees and instead begun actively competing with Vanguard to offer the cheapest index funds, including zero-expense index funds.

Non basterebbero cento pagine, per riassumere i cambiamenti indotti dalle iniziative di Bogle e della sua Vanguard sul mercato dei servizi al risparmiatore e per l’investimento. Oggi, in questo Post, noi ne metteremo alla luce uno, mentre molti altri li abbiamo discussi, in passato, anche nel nostro Blog e poi nelle pubblicazioni per i Clienti. In un mercato che oggi è dominato dagli ETF, ETN ed ETP (grafico qui sotto), il “placing power”, ovvero la “capacità di vendita”, ovvero di indirizzare le scelte del Cliente finale, conta zero. Tutta l’industria della vendita di Fondi Comuni, al contrario è impegnata nel farvi credere che un Fondo con l’etichetta “Carmignac” (nome preso del tutto a caso) è meglio del Fondo Comune di JP Morgan (altro nome a caso), oppure viceversa. Decine di migliaia di venditori sono stati formati a fare questo “mestiere”. I nomi delle Società, in questo contesto, non hanno alcun particolare significato (se ne potrebbero fare a decine) e noi qui li facciamo unicamente per esemplificare una consuetudine di mercato che però (lo dimostrano decine di migliaia di dati statistici) produce nulla di nulla a favore del Cliente finale. Bogle diceva queste cose, ma 50 anni fa. Le diceva, e poi le ha anche fatte: ed ora, almeno una parte degli investitori si è liberata di quel peso assurdo. Come disse Warren Buffett di Bogle: “A lot of Wall Street is devoted to charging a lot for nothing. He charged nothing to accomplish a huge amount. “

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Mercati oggiValter Buffo