Il disastro della Borsa di Shanghai

Il -6% dell 8 europee, che riporta l'indice di Shanghai sotto i 3500 punti, è un disastro non tanto per l'indice stesso (è ancora positivo, anche se di poco, rispetto al 31 dicembre 2014): è un disastro di politica monetaria. Avere spinto, più o meno in modo deliberato, in alto i prezzi di Borsa con la creazione di moneta è stato un errore: così come è stato un errore (lo scrive stamattina il Wall Street Journal) intervenire per bloccare la discesa dei prezzi. Il bello è che lo sapevano tutti, e lo hanno scritto in molti che sarebbe finita così: perché è stato così in passato, in più di una occasione e non solo in Cina. Le politiche monetarie che puntano a gonfiare i prezzi degli asset sono destinate al fallimento, e con danni per tutti. Ora infatti bisognerà vedere quali sono le ripercussioni sulla stabilità degli Istituti che hanno finanziato la bolla (Citic in testa, che qualcuno nel grafico qui in basso ha paragonato alla JP Morgan del 1929) e quali sono le ripercussioni sul piano sociale, con il rischio concreto di avere aperto una fase di conflitto che si poteva evitare. Chiudiamo con il mercato: il -6% di stamattina lo registriamo sapendo che il 40% dei titoli è sospeso per eccesso di ribasso. Il valore dell'indice quindi è, già stamattina, molto più basso, e la discesa a nostro avviso non si fermerà prima dei 3000 punti.