(22/06 07:20) Ma allora ... l'inflazione non scende? (1)

Dopo che Powell ha parlato ieri al Congresso, è doveroso per ogni investitore rivedere le proprie posizioni obbligazionarie e rifare le stime di rendimento e rischio.

Recce’d vi aiuta, nella serie di tre tweet, con un articolo dedicato alle “aspettative di consenso”.

BENGALURU, 21 giugno (Reuters) - I mercati obbligazionari statunitensi stanno già valutando i rialzi dei tassi di interesse della Federal Reserve previsti per i prossimi mesi, con gli strateghi intervistati da Reuters che prevedono un forte calo dei rendimenti a breve termine e la maggior parte di essi afferma che non rivedranno i massimi dell'anno. Da quando hanno raggiunto un massimo del 5,08% l'8 marzo dopo la testimonianza da falco del presidente della Fed Jerome Powell, seguita da un crollo del bene rifugio legato alle preoccupazioni per le banche statunitensi più piccole dopo il salvataggio della Silicon Valley Bank da parte della Fed, i rendimenti a 2 anni sono stati scambiati ben al di sotto di questo livello. Questo nonostante la tenuta dell'economia e del sistema bancario e le ultime proiezioni dei responsabili politici della Fed che suggeriscono che potrebbero essere necessari altri due aumenti dei tassi di un quarto di punto. I futures sui tassi di interesse prevedono solo un altro rialzo. Il rendimento del Treasury note a 2 anni, tradizionalmente sensibile alle prospettive di politica monetaria a breve termine, dovrebbe scendere di circa 70 punti base in sei mesi al 4,00% dall'attuale 4,70% circa, secondo le previsioni mediane di un sondaggio condotto tra 26 strateghi dal 15 al 21 giugno. Si tratterebbe di un livello molto inferiore al massimo di 16 anni raggiunto a marzo dopo la precedente testimonianza di Powell al Congresso, ma comunque superiore al minimo del 3,55% raggiunto il 24 marzo.

Valter Buffo