(05/12 14:05) Appuntamento all'Immacolata (3)
Il quotidiano Il Giornale, vicinissimo al Governo in carica, definisce questo passaggio “un bivio cruciale per il futuro del nostro Paese”.
Leggiamo da Il Giornale.
Bivio cruciale per il futuro del nostro Paese. E, vista la delicatezza della decisione, il fatto che Giorgetti abbia deciso di chiedere oggi un conforto preventivo alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato in sessione congiunta è segno di grande sensibilità, ma anche di consapevolezza che l'eventuale «no» alla proposta sarebbe un segnale forte di rottura con i partner e quindi è giusto che il Paese si presenti il più possibile compatto all'appuntamento.
Ora, noi non sappiamo se nella notte di giovedì i ministri economici dell'Unione convocati in seduta straordinaria per assumere una decisione (che ci auguriamo finale) avranno la saggezza di aprire alle istanze italiane, dopo aver consentito a Berlino e Parigi di ritagliarsi all'interno del Patto una comfort zone di regole su misura. Naturalmente non cesseremo di sperare: un accordo di soddisfazione generale entro la fine dell'anno sarebbe il segno di una Unione che davvero intende essere tale. Ma allo stato la bozza sul tavolo prevede - fermi restando i principi cardine fissati nel Trattato di Maastricht - un taglio annuale del debito dell'1% per il Paese che sfora il 90% del Pil (l'Italia è al 143%) e dello 0,5% per quello che ha un rapporto debito-Pil tra il 60% e il 90% (Germania e satelliti); accanto, l'impegno a tracciare percorsi di rientro del debito in quattro-sette anni. A titolo di salvaguardia, è poi giudicato necessario un aggiustamento strutturale minimo di almeno lo 0,5% del deficit per chi supera il 3% del Pil, con l'obiettivo di un assestamento nel tempo all'1,5%.
Un impianto che all'Italia, da sempre restia all'idea di target numerici uguali per tutti, continua a non convincere per la semplice ragione che i suoi numeri di partenza sono inconciliabili con i percorsi imposti, a meno di una «cura greca» che in Italia nessuno vuole proporre e nessuno vuole subire e che fatalmente porterebbe a una rottura politica insanabile.