(26/12 11:45) E' Natale: regaliamoci un po' di ottimismo (1)
Proprio il giorno di Natale, la stampa nazionale si è occupata di farci il regalo (a noi investitori) e infarcire (come si fa con il tacchino) le pagine di economie a finanza con il solito ottimismo (di scarsa qualità, comperato quindi al supermercato “discount”).
In questo caso, ci riferiamo al quotidiano La Repubblica (Gruppo GEDI). Già dal titolo, l’articolo è uno spettacolo. Arriva la “svolta”.
Malgrado le incertezze legate agli sviluppi della situazione in Ucraina, le banche d'affari prevedono la possibilità di una svolta a metà anno. Ma l'inflazione frenerà la crescita e renderà necessari nuovi interventi di Fed e Bce.
Non può mancare, anche in questo articolo, un po’ di pubblicità gratuita a quelle che i quotidiani amano definire “banche d’affari”. Leggiamo un estratto
Le banche d'affari internazionali, Credit Suisse, Jp Morgan, Bofa, Deutsche Bank, Goldman Sachs stanno dunque cercando di prevedere dove si fermeranno le banche centrali nella loro corsa a rialzare i tassi. Il punto di svolta dovrebbe arrivare nel 2023 e si baserà sul rallentamento del Pil e dell'inflazione che negli Stati Uniti è già in atto e sta arrivando all'Europa. Facendo una sintesi dei vari studi, il tasso terminale della Fed dovrebbe collocarsi intorno al 5-5,25% e quello della Bce intorno al 3,5%-4%, da raggiungere nella prima parte del 2023. Le dichiarazioni dei banchieri centrali, che hanno già moderato i singoli rialzi da 0,75% a 0,5%, sono ancora dure perché vogliono incidere sulle aspettative degli operatori di mercato, ma andranno via via ammorbidendosi. Grazie anche a costi dell'energia in calo e alla fluidificazione dei colli di bottiglia negli approvvigionamenti che hanno dominatola fase post Covid, le previsioni di inflazione per il 2023 sono in discesa al 4,7% per gli Stati Uniti (dall'8,1% del 2022), al 5% per l'Europa (dall'8,4%) e al 5,4% per il mondo (dal 7,9%).